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Terza maestra sospesa a Fiumicino, una storia da chiarire: più vittima che carnefice?

3 gennaio 2020 | 06:30
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Terza maestra sospesa a Fiumicino, una storia da chiarire: più vittima che carnefice?

A fine mese l’udienza: dalla scuola partono accuse, i genitori delle presunte vittime difendono l’insegnante.

Fiumicino – Si terrà il prossimo 29 gennaio l’udienza per la terza maestra sospesa dall’insegnamento, quella del plesso di Aranova. Una storia in controluce, separata dalla vicenda delle due maestre accusate di aver maltrattato i bambini (leggi qui), accusa poi derubricata dal Tribunale del Riesame (leggi qui); niente a che vedere anche con l’altra vicenda, quella della maestra condannata in primo grado per maltrattamenti (leggi qui).

In questo caso, da subito i genitori dei piccoli alunni si erano schierati al fianco dell’insegnante (leggi qui), denunciata invece dall’interno della scuola, da due colleghe che avevano segnalato presunti abusi al preside, che a sua volta aveva inoltrato tutto alla magistratura.

“In questa vicenda però – afferma l’avvocato Monica Nassisi, legale della maestra accusata- ci sono diverse cose che non tornano. Come il fatto, ad esempio, che non siano state installate telecamere per verificare se davvero le accuse fossero fondate. Ci si è fidati della parola di alcune persone senza peraltro tener conto delle posizioni espresse dai genitori delle presunte vittime.

Anche la testimonianza resa dal bambino protagonista dei presunti abusi, con sindrome autistica, è stata invalidata; le domande che gli erano state fatte erano infatti molto suggestive, in un certo senso suggerivano le risposte.

La famiglie hanno preso immediatamente le difese della maestra accusata, ed anzi hanno scritto una lettera, consegnata alla magistratura, dove esprimevano tutta la solidarietà alla maestra. Di più, si chiariva come adesso che l’insegnante è sospesa, le cose a scuola per i bambini cosiddetti ‘difficili’, non vadano meglio, anzi. Non certo per colpa dell’insegnante attuale, che fa il possibile, ma quella confidenza che c’era con la maestra di prima, e la capacità di interazione tra loro, purtroppo non c’è. E questo sta creando gravi problemi alle famiglie“.

I genitori degli altri alunni sono stati sentiti nel corso delle indagini difensive, fornendo versioni dei fatti difformi da quelle delle colleghe accusatrici della maestra. I genitori del bambino autistico – come detto – hanno anche scritto una lettera, in cui riaffermano la totale fiducia bei confronti della maestra, della quale chiedono l’immediato rientro in classe, nell’interesse proprio del figlio.

Va sottolineato, infine, come l’avvocato Monica Nassisi, di norma si occupi a livello nazionale di difendere le famiglie delle vittime di maltrattamenti in classe; questo caso rappresenta un’eccezione, proprio perché secondo il legale sussistono i contorni di un vero e proprio abbaglio giudiziario. Intanto la maestra, non potendo lavorare, non percepisce neanche lo stipendio, il che sta aggravando anche la situazione psicologica di chi si sente ingiustamente accusata.