La dichiarazione |
Cronaca Locale
/

Pulizia tombini e caditoie a Ostia, Possanzini: “Perché non è stato fatto un bando a evidenza pubblica?”

5 gennaio 2020 | 06:25
Share0
Pulizia tombini e caditoie a Ostia, Possanzini: “Perché non è stato fatto un bando a evidenza pubblica?”

Il segretario di Sinistra Italiana: “L’Assessore Ieva ci spieghi l’arcano. Se non avremo risposta presenteremo esposto all’Anac”

Ostia – “Non è raro che al titolare di un’impresa giunga notizia, in ritardo, tramite il passa parola o leggendo un articolo su un giornale, che una stazione appaltante, in questo caso l’Amministrazione di Roma Capitale nella sua articolazione Municipale, abbia chiuso una gara di appalto senza la pubblicazione del bando ma utilizzando la così detta procedura negoziata limitata a pochi operatori economici selezionati non si sa bene con quale criterio”.

E’ quanto dichiara Marco Possanzini, Segretario Sinistra Italiana X Municipio, che prosegue: “Tali procedure, che spesso finiscono con il ‘massimo ribasso’, sono rigidamente regolate dall’Art 63 del Codice degli Appalti (DLGS 50/2016) che dovrebbe essere la bussola da seguire. Dovrebbe. Abbiamo appreso in queste ore che nel piano investimenti 2019, in fase di variazione di bilancio capitolino, è stato approvato uno stanziamento di 500mila euro per la pulizia e il potenziamento dei pozzetti assorbenti di Ostia Lido e la pulizia delle caditoie ostruite nell’entroterra del Municipio X di Roma Capitale.

Una bella notizia, non c’è dubbio. Ciò che ci lascia perplessi, oltre al fatto che l’Amministrazione ci parla di ‘manutenzione straordinaria’ e non di manutenzione ordinaria come dovrebbe essere la pulizia dei tombini e delle caditoie, è la scelta di frazionare questo finanziamento in due tratte simmetriche da 250mila euro cadauna per la pulizia rispettivamente delle caditoie dell’entroterra del X e dei tombini drenanti di Ostia Lido, fondi da assegnare con procedura negoziata e non con un bando ad evidenza pubblica.

E’ quanto mai anomalo, visto l’argomento trattato e cioè la pulizia della rete drenante delle acque piovane del X Municipio, che si sia scelto di spacchettare l’importante finanziamento al fine di adottare una procedura negoziata. Qualcuno per 250 mila euro pulirà i tombini di Ostia e poi qualcun altro per altri 250 mila euro pulirà le caditoie dell’entroterra, con il rischio concreto che sia la stessa ditta ad aggiudicarsi l’esito positivo della procedura.

Il sospetto è che si sia scelto scientificamente di evitare il bando ad evidenza pubblica, obbligatorio per la gestione del mezzo milione di euro impiegato alla fonte, preferendo una più ‘morbida’ procedura negoziata dove si selezionano delle aziende, con criteri non specificati e spesso legati all’arbitrarietà della scelta, dando il via ad una di quelle pratiche che proprio il M5S ha da sempre messo all’indice come pratica da respingere come la morte.

Inoltre, come spesso accade, probabilmente si approderà all’assegnazione dei lavori al massimo ribasso, una condizione che spesso ha determinato lavori fatti male e contestualmente sfruttamento dei lavoratori oltre ogni misura tollerabile.

Dal 1 gennaio 2020 sono entrate in vigore le nuove soglie di rilevanza per gli appalti di forniture, servizi, lavori, assegnati con procedura negoziata, soglie più basse di quelle precedenti ma le aziende interessate, cioè quelle che verranno contattate visto che non ci sarà un bando ad evidenza pubblica, possono tirare un sospiro di sollievo perché tutti gli atti necessari sono stati prodotti entro il 31 dicembre 2019.

Dopo tanta inerzia, dopo che Roma Capitale ha dimenticato di spendere 700 milioni di euro, è arrivato all’improvviso il colpo d’ala. L’Assessore Ieva ci spieghi perché si è scelto di non fare un bando ad evidenza pubblica aperto a tutte le aziende interessate optando per la tanto vituperata procedura negoziata, ci spieghi perché la pulizia dei tombini di Ostia e delle caditoie dell’entroterra del X, nonostante si tratti di una ordinaria operazione di disostruzione, viene considerata come attività di ‘manutenzione straordinaria’ .

Il sospetto è che per rientrare nel perimetro di rispetto dell’Art. 63 del Codice degli Appalti, visto che la manutenzione dei tombini e delle caditoie non è, almeno non dovrebbe essere, qualcosa di straordinario da realizzare con urgenza, visto che si tratta di operazioni simili da realizzarsi nello stesso Municipio e non in zone di Roma amministrativamente differenti, si sia scelto astutamente di adottare una impostazione ineccepibile dal punto di vista formale ma discutibile, e molto, dal punto di vista sostanziale. In mancanza di risposte, visto che vogliamo chiarezza perché parliamo di tanti soldi pubblici, presenteremo un esposto all’Anac”.

(Il Faro online)