Capodanno col botto per la sanità nel sud pontino: i punti di primo intervento diventano punti di assistenza territoriale

7 gennaio 2020 | 15:50
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Capodanno col botto per la sanità nel sud pontino: i punti di primo intervento diventano punti di assistenza territoriale

Gallinaro: “I cittadini del sud pontino non sanno nulla del cambiamento e il personale non ha ricevuto alcuna comunicazione formale su come funzionerà il servizio.”

Gaeta – Capodanno col botto per la sanità nel sud pontino, o quasi. Dal 1 gennaio 2020, infatti, i “famosi” punti di primo intervento (Ppi) hanno smesso di esistere, convertiti in Pat (punti di assistenza territoriale). Una riconversione, che, per molti, specialmente a Gaeta, ha il sapore della retrocessione, di qualcosa che si era perso in partenza, se non altro, perché non si è lottato abbastanza per mantenerli aperti.

A far sentire la propria voce, sul tema, è Beniamino Gallinaro, portavoce del comitato a difesa dei Ppi, che sottolinea le “colpe” della politica – dal Sindaco di Gaeta alla minoranza, senza escludere nessuno -, che, troppo spesso, è rimasta in silenzio, di fronte alla cronica sofferenza sanitaria di questo territorio e che, ora, di quello stesso silenzio si prepara a pagare le conseguenze.

“Duole constatare – afferma Gallinaro in una nota – che alcuni risultati si sono ottenuti grazie all’impegno di altri comuni e comitati, che hanno manifestato davanti alle sedi istituzionali e difeso con forza i presidi territoriali. Per memoria, infatti, se il decreto 303/ 2019 che prevedeva la sola trasformazione dei PPI in PAT è stato sostituito dal decreto 469/2019 anche e soprattutto perché è stato espedito il ricorso al Tar di Roma che, il 2 dicembre, ha emesso la sentenza che dava ragione ai ricorrenti. Pertanto, le nuove strutture(PAT) assicureranno il servizio in continuità con le funzioni precedentemente svolte dai PPI nel rispetto de decreto 469.”

Ad oggi, però, come sottolinea ancora Gallinaro, la confusione regna sovrana, “perché i cittadini non sanno nulla del cambiamento e il personale non ha ricevuto alcuna comunicazione formale su come funzionerà il servizio e da chi dipenderà con grave nocumento per i cittadini.

Non è mai tardi per discutere in un assise pubblica delle problematiche che interessano la salute dei cittadini e – conclude Gallinaro –  le nostre riflessioni hanno proprio questo obiettivo perché la città e un bene comune.”

(Il Faro on line)