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Fiumicino, le maestre tornano a insegnare nella scuola con l’alunno che l’ha accusate di maltrattamenti

11 gennaio 2020 | 17:31
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Fiumicino, le maestre tornano a insegnare nella scuola con l’alunno che l’ha accusate di maltrattamenti

La legge lo permette, la logica lo sconsiglia. E quando la maestra incontra i genitori…

Fiumicino – A volte la legge è strana, e va oltre la comprensione e la logica. Che una maestra denunciata per maltrattamenti (art. 572 c.p.) leggi qui possa vedere derubricata l’accusa – in attesa del processo – ad “abuso dei mezzi di correzione” (art. 571 c.p.) leggi qui, è la legge che lo permette, e d’altra parte non basta un’accusa di parte a definirsi sentenza, che peraltro arriva in via definitiva solo dopo i tre gradi di giudizio previsti dal sistema giudiziario italiano.

Che l’insegnante possa essere reintegrata nel suo ruolo è la norma che lo consente, anche per non gravare di mancanza di stipendio e di lavoro una persona che potrebbe essere assolta da tutte le accuse.

Ma che la stessa insegnante possa stare gomito a gomito con chi l’ha accusata di maltrattamenti, dovrebbe essere la logica e la necessità di tutelare il minore che lo dovrebbe sconsigliare, prima ancora che la giustizia.

Attenzione, non per condannare anzitempo la maestra, che dovrà essere giudicata a fine mese da un tribunale e non certo dalle colonne di un giornale, ma per quel senso di incompatibilità che si manifesta inevitabilmente quando ci sono due posizioni contrapposte che vengono “costrette” nello stesso luogo, in spazi ristretti: non ne esce nulla di buono, per nessuno.

A Fiumicino, in attesa che si svolga il processo, accade proprio questo: che le maestre reintegrate siano tornate a scuola, e abbiano incrociato i genitori che hanno denunciati i maltrattamenti alla magistratura.

“La libertà di nostro figlio è terminata oggi con il rientro della maestra a scuola”

“La dirigente scolastica ha fatto tutto il possibile nelle sue competenze per cercare di sistemare le cose – ha dichiarato Alessio Territo, papà di una delle presunte vittime – ma purtroppo risultano limitate dalla sentenza emessa dal Tribunale per la Libertà di Roma. Questa mattina andando a scuola mi sono trovato in portineria la maestra, che mi ha sorriso in senso di sfida. E se mio figlio scendeva per qualsiasi motivo e se la trovava davanti? Avremmo perso tutto il lavoro che abbiamo fatto e stiamo facendo, noi genitori unitamente agli specialisti privati e la sua maestra, per ricostruire la sua serenità psicologica”.

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