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Lavoro, dipendenti pubblici sempre più anziani. L’età media ha superato i 50 anni

C'è un problema di ricambio generazionale che, oltre sulla quantità, si riflette anche sulla qualità dei servizi

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A cura di: Vincenzo Taurino

Lavoro – La Pubblica Amministrazione è sempre più “vecchia”. Il personale che vi lavora, con contratti in prevalenza a tempo indeterminato, conta perlopiù ultracinquantenni e pochissimi giovani. Una tendenza quest’ultima che si riscontra per il mercato del lavoro nel suo complesso in Italia. Lo rivela l’ultimo rapporto dell’Aran, l’agenzia che si occupa appunto del pubblico impiego.

Nel 2007 i dipendenti pubblici rappresentavano il 14,5% dei lavoratori in Italia, nel 2017 sono scesi al 13,43%, dietro solo ad altri sei Paesi industrializzati nella classifica. Siamo ancora più a fondo classifica se confrontiamo il numero dei dipendenti pubblici rispetto al resto della popolazione. Nel 2017 erano statali il 5,57% degli italiani, in diminuzione rispetto al 6% del 2010. Solo in Corea del Sud, Turchia e Giappone, tutti Paesi non europei, questa percentuale era inferiore.

Contrariamente a quanto si possa pensare, quindi, ci sono meno dipendenti pubblici nel nostro Paese, in proporzione agli abitanti, che in Germania, o in qualsiasi altro Paese UE. I lavoratori pubblici da noi sono un terzo che nei Paesi Scandinavi.

L’età media ha superato i 50 anni, per l’esattezza 50,4 anni dai 44,2 precedenti, ma dipende anche molto dal settore in cui si è impiegati: meno per forze dell’ordine (in media 41,4 anni), più per medici (53,1 anni), dirigenti (54,4 anni), insegnanti (51,2 anni), professori universitari e ricercatori (53,2 anni).

In Italia i lavoratori statali sono sempre più avanti con l’età. A partire da quelli che operano nei nostri istituti scolastici: ben il 58% dei docenti italiani, tra elementari e superiori, ha più di 50 anni, contro una media OCSE del 34%.

Il dipendente pubblico Italiano si sta sempre più invecchiando mettendo in risalto un problema di ricambio generazionale che, oltre sulla quantità, si riflette anche sulla qualità dei servizi. Una tendenza che rivela la debolezza strutturale della macchina pubblica italiana, e che andrebbe invertita completamente.

Gli ultimi dati internazionali confermano questo andamento, in particolare per quanto riguarda la scuola. Infatti,  il nostro e l’unico Paese europeo dove in tutti i cicli scolastici l’età media degli insegnanti supera il mezzo secolo.

L’età media è aumentata a dismisura, gli anziani rappresentano la gran parte dei lavoratori che consente a scuole, uffici e ospedali di funzionare. La quota di dipendenti dello Stato stressati, apatici o demotivati sembra in crescita. In Italia non esistono dati ufficiali sulla salute mentale e fisica dei lavoratori. Le conseguenze delle riforme che negli ultimi anni hanno interessato il nostro sistema pensionistico, che per limitare la spesa previdenziale hanno allungato l’età in cui è possibile lasciare il lavoro e ridotto gli assegni, cominciano a vedersi.

L’ULTIMO STUDIO

Da un dossier pubblicato da Linkiesta, Risulta che “mediamente l’età dei dipendenti pubblici è molto maggiore di quella di chi lavora altrove”. Nell’ambito europeo, “un chiarissimo esempio viene dal segmento della scuola, quello più popoloso nell’ambito pubblico: siamo il Paese con gli insegnanti più vecchi in assoluto, sia alle elementari che alle superiori. L’unico in cui, per entrambi i casi, oltre metà dei docenti ha più di 50 anni”.

Dallo studio transnazionale risulta che vi sono Paesi del vecchio Continente, come la Francia, dove gli over 50 sono appena il 30 per cento dei docenti delle superiori e appena sopra al 20 per cento alla primaria. Sempre nel territorio transalpino, è tutto dire che quasi il 45 per cento dei maestri della scuola primaria a meno di 35 anni. È altrettanto emblematico che mentre in Italia i docenti delle elementari che hanno fino a 29 anni si contano sulla punta delle dita, mentre sempre in Francia raggiungono il 12 per cento del corpo insegnante.

Nelle tabelle esplicative realizzate da Linkiesta, riguardanti un confronto sull’età media dei docenti in servizio presso le scuole superiori e primarie dei paesi europei, si evidenzia che, in entrambi i casi l’Italia si posiziona nettamente al primo posto per anzianità dei propri insegnanti.

(Il Faro online)

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