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Ostia, la storia della Banda della Magliana raccontata dai detenuti al Teatro Dafne

14 gennaio 2020 | 18:07
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Ostia, la storia della Banda della Magliana raccontata dai detenuti al Teatro Dafne

Week end speciale al Teatro Dafne: la compagnia stabile “Assai” di detenuti di Rebibbia mette in scena “C’era ‘na vorta… ‘na banda” sulla malavita romana

Ostia – Approda al Teatro Dafne un week end artistico speciale: la compagnia teatrale Assai porta in scena la storia della Banda della Magliana e non solo con l’opera “C’era ‘na vorta… ‘na banda“.

L’appuntamento è per questo week end: venerdì 17 gennaio, sabato 18 alle ore 21,00 e domenica 19 alle ore 18,00 presso il Teatro Dafnedi via del Mar Rosso 327. Per la regia di Antonio Turco, responsabile nazionale del settore politiche sociali Aics, fondatore nel 1982 della Compagnia stabile Assai, va in scena un lavoro estremamente interessante e inedito, come tutti i testi scritti con la collaborazione dei detenuti. A firmare la sceneggiatura è Tamara Boccia.

Secondo la rappresentazione, tutto comincia con l’uccisione di Pier Paolo Pasolini e la narrazione parte proprio dall’Idroscalo, dove è stato rinvenuto il corpo straziato del poeta e regista. Due figure, un uomo e una donna emergono dal nulla, dal buio che viene illuminato dall’Idroscalo di Ostia. Si sovrappongono immagini di giovani extraparlamentari in lotta con carabinieri e poliziotti, della Renault in cui c’è il cadavere di Moro, dal corteo che si ferma davanti al corpo di Giorgiana Masi, dalla figura del poliziotto che spara ad altezza d’uomo.

Inizia un lungo dialogo. I due racconteranno quella storia. La donna con risentimento verso l’uomo, Renatino che spiegherà tutti i passaggi. Da Casal del Marmo dove sono stati tutti, alle borgate che diventavano quartieri dormitorio, a Campo de Fiori e Trastevere che diventavano zona di spaccio e dove gli abitanti vendevano le case a quattro soldi ai palazzinari, all’arrivo dei marsigliesi e poi alla morte di franchino il criminale, allo slogan “pijamose Roma“, alla cena di Valmelaina, ai pesciaroli.

Parlerà di Diva d’Assia e del motivo per cui è morto Franchino e poi c’è stata la vendetta dei Proietti e la morte di Frank Giuseppucci. Poi arriverà a parlare del sodalizio con la camorra e della morte di Nicolino e poi parlerà del rapporto con la mafia corleonese di Pippo Calò. Qui interviene l’uomo in giacca che spiega i rapporti tra mafia e bandaccia. Lo fa guardando Renatino. E poi, mentre c’è la musica dei Pink Floyd a tutta callara di fronte al carcere, giunge la notizia che è morto Danilo che da solo è andato ad ammazzà er banchiere Ambrosoli del Banco Ambrosiano e l’hanno sparato ed è morto pure lui. Interviene ancora l’uomo in giacca che presenta Renatino. ” Uno solo poteva fa er capo. Sapeva tutto quello che c’era da sapere”. Renatino viene coperto con un lenzuolo nero dalla donna. “E’ morto per l’invidia. Lui era il principe. Il principe. Non l’imperatore. Perché Roma nun vuole capi”.

La compagnia è formata da ex detenuti e da detenuti che fruiscono di misure premiali, oltre che da operatori carcerari e da musicisti professionisti. Nel corso degli anni, la Compagnia ha collezionato diversi riconoscimenti, tra cui nel 2011 il “Premio Massimo Troisi”.

In questo week end a salire sul palco del Teatro Dafne saranno Giovanni Arcuri, Angelo Calabria, Tamara Boccia e Domenico Giglio. Il commento musicale è di Antonio Turco (chitarra), Enzo Pitta (chitarra e voce), Roberto Turco (chitarra), Lucio Turco (batteria).