LA NOVITA'

Scoprire le intolleranze alimentari con il test Lifebrain su 108 alimenti e sulla sensibilità al glutine non celiaca

15 gennaio 2020 | 09:43
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Approda negli ambulatori Lifebrain il test che individua intolleranze alimentari all’origine di dolori muscolari, dolori articolari, mal di testa, dermatosi, sofferenza intestinale, meteorismo, stipsi e o diarrea

Ostia – Sbarca in tutti i centri Lifebrain d’Italia un rivoluzionario test sulle intolleranze alimentari che misura la sensibilità dell’organismo a ben 108 alimenti. Nel bouquet delle sostanze testate anche latte, caffè e glutine, pure in assenza della celiachia.

Il test Lifebrain sulle intolleranze alimentari, sulla base di un semplice prelievo di sangue, riesce ad accertare in modo estremamente efficace e affidabile ciò che scatena nell’organismo reazioni avverse mediate da anticorpi IgG, diverse quindi dalle classiche reazioni allergiche e all’origine di disturbi molto diffusi. Mal di pancia, senso di gonfiore, dolori articolari, infiammazioni cutanee, problemi gastroenterici come stipsi e diarrea spesso possono dipendere da intolleranze alimentari non diagnosticate.

A spiegare su cosa si basa il test Lifebrain sulle intolleranze alimentari è il professor Roberto Colombo, Coordinatore Medico del Gruppo. “Le intolleranze alimentari danno disturbi gastroenterici: dolori, pancia gonfia, meteorismo, diarrea e stipsi alternate, dolori muscolari e dolori articolari, dermatosi, mal di testa e poi ritenzione idrica. Chi ha questi sintomi oggi può fare il test su 108 alimenti che Lifebrain propone. Si tratta di un test solido, serio e di facile realizzazione. Ben diverso da quelli ormai medievali della reazione cutanea o della reattività dei globuli bianchi. I nostri test si basano sugli anticorpi di 108 alimenti centrati sulla dieta mediterranea e sono così affidabili e specifici che le positività sono limitate ad alcuni alimenti. Quindi è molto facile per un medico, dopo il test, eliminare dalla dieta quegli alimenti all’origine delle intolleranze“.

In più – prosegue il professor Colombo – siamo stati sdoganati dalle nostre conoscenze più recenti, nella individuazione di cause ed effetti delle intolleranze alimentari. Prima di tutto sappiamo ora perché succedono: la risposta immunitaria alla base delle intolleranze è favorita dall’aumento della permeabilità intestinale, che a sua volta è regolata da una proteina chiamata zonulina. Cosa fa la zonulina?Per rispondere bisogna sapere come è la fisiologia del lume intestinale. Le cellule parietali sono adese le une alle altre in modo molto stretto e lasciano passare solo particelle piccole come aminoacidi, zuccheri elementari, grassi elementari. La zonulina dilata le distanze tra le cellule e quindi il tubo digerente diventa più permeabile cioè passano i batteri, passano le tossine, si crea disbiosi e, soprattutto succede che passano molecole di alimenti anomali. E quelle sono le cause infiammatorie e di stimolo del sistema immunitario che si traducono in intolleranze alimentari. Si è accertato che se si altera il microbiota magari con disbiosi o con alcuni farmaci oppure con la presenza di glutine o ancora quando si mangiano sempre le stesse cose, l’intestino aumenta la produzione di zonulina, con gli effetti appena descritti“.

In poche parole, un equilibrio alterato della flora batterica intestinale (o microbiota) può contribuire, insieme ad altri fattori, all’insorgenza delle intolleranze alimentari.

Parliamo anche di glutine e di celiachia, che è una malattia importante e sempre più diffusa. Però c’è anche una sensibilità al glutine non legata al morbo celiaco. In cosa consiste e come si effettua la diagnosi differenziale? “La celiachia – chiarisce il professor Colombo – è una malattia geneticamente determinata, causata da una risposta autoimmune che porta a uno stato di infiammazione cronica in risposta al glutine e distrugge i villi intestinali. Colpisce l’1% della popolazione. Invece nel 2011 un grande ricercatore gastroenterologo italiano, il dr. Alessio Fasano, direttore del Center for Celiac Research presso l’Università del Maryland, ha riunito a Londra tanti studiosi mondiali e ha detto ‘Guardate non c’è solo la celiachia ma anche la sensibilità al glutine‘. Queste persone non hanno una predisposizione genetica, mangiano tanto glutine e il glutine irrita, dà infiammazione, blanda ma presente, con gli stessi sintomi dell’intolleranza alimentare cioè dolori muscolari, dolori articolari, mal di testa, dermatosi, sofferenza intestinale, meteorismo, stipsi e o diarrea. Lifebrain nei prossimi mesi proporrà un test che si chiama antigliadina nativa: è un test che il laboratorista usava venti anni fa per fare diagnosi di celiachia. Poi sono arrivati altri test e l’antigliadina è stata messa da parte. Fino ad oggi, quando è tornata di moda: il professor Umberto Volta di Modena, grande gastroenterologo, ha fatto una ricerca e ha visto che nel 60% dei casi di sensibilità al glutine non celiaca, questo test è lievemente positivo”.

Chi ben comincia è a metà dell’opera insomma: il test Lifebrain dei 108 alimenti è molto utile per verificare la presenza o meno di intolleranze a determinati alimenti, in attesa della gliadina nativa, “rispolverata” dagli anni ’90 per diagnosticare la sensibilità al glutine.

Sul litorale romano gli ambulatori Lifebrain si trovano a Ostia (via Rutilio Namaziano 17/a), Fiumicino (via Giuseppe Bignami 47/49), Fregene (via Panarea 35), Ladispoli (via Ancona 94), Dragona (via Madre Colomba Gabriel 11), Aprilia (via Guglielmo Marconi 30), Spinaceto Roma (viale Caduti della Resistenza 79)