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Comune di Fiumicino, Coronas: “La parola ‘dissesto’ la usa il Tribunale. Anche i giudici esagerano?”

16 gennaio 2020 | 12:18
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Comune di Fiumicino, Coronas: “La parola ‘dissesto’ la usa il Tribunale. Anche i giudici esagerano?”
Comune di Fiumicino, Coronas: “La parola ‘dissesto’ la usa il Tribunale. Anche i giudici esagerano?”
Comune di Fiumicino, Coronas: “La parola ‘dissesto’ la usa il Tribunale. Anche i giudici esagerano?”

“Chiedere conto di come vengono spesi i soldi pubblici è un compito istituzionale di un Consigliere comunale, leggere le carte anche.”

Fiumicino – “Dispiace che l’assessore Mancino definisca ‘falso e pretestuoso’ parlare di dissesto economico finanziario dichiarando che sono mie parole non suffragate dai fatti” (leggi qui). E’ quanto afferma un comunicato a firma del capogruppo di Forza Italia, Alessio Coronas.

“L’assessore si sbaglia: le parole non sono mie, ma del Tribunale (come dimostro con le copie degli atti ufficiali che rendo pubbliche), che a sua volta cita gli atti presentati dal Comune di Fiumicino (“come documentato in atti”, è la formula utilizzata) e parla di “grave dissesto economico dell’ente”.

La parola dissesto, riferito ai conti del Comune, non l’ho dunque inventata io, ma è agli atti pubblici di un Tribunale della Repubblica Italiana.

“Quanto alla situazione finanziaria del Comune – prosegue Coronas – , dichiarare il fatto che “non sia florida”, come ha detto l’assessore, è un eufemismo. Peraltro io chiedevo, e chiederò, conto di alcune decisioni di spesa che riguardano le casse pubbliche (leggi qui), proprio in virtù della “coperta troppo corta”, come l’ha definita sempre l’assessore, e cioè della mancanza di soldi di un Comune in difficoltà.

Attaccare personalmente, tacciandomi di fare allarmismo e di creare un danno all’Ente, solo per aver letto un atto di Tribunale, questo sì mi sembra davvero pretestuoso da parte dell’Amministrazione.

Chiedere conto di come vengono spesi i soldi pubblici è un compito istituzionale di un Consigliere comunale, leggere le carte anche. E se nelle carte c’è scritto qualcosa mai citato negli incontri in Commissione o in Consiglio comunale, è un dovere pretendere chiarimenti. Altro che parole inventate”.

(Il Faro on line)