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“Lo sfratto della vergogna”, Minturno libera attacca l’amministrazione sulla Casa del bambino

20 gennaio 2020 | 14:01
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“Lo sfratto della vergogna”, Minturno libera attacca l’amministrazione sulla Casa del bambino

Minturno libera: “Ci attiveremo per una raccolta firme contro la revoca della concessione e chiederemo di destinare altri locali al Centro educativo per minori in difficoltà.”

Minturno – Il comitato civico “Minturno libera”torna ad attaccare l’amministrazione targata Stefanelli. Al centro della vicenda, stavolta, vi è la “Casa del bambino” e il recente “sfratto della vergogna” che la Parrocchia dell’Immacolata, che la gestisce, ha subìto.

Una struttura, quella della “Casa del bambino”, che, come sottolineano gli esponenti di “Minturno libera”, non trova pace, sebbene i suoi locali, negli anni, abbiano ospitato progetti di inclusione sociale per bambini, appunto, e per diversamente abili. 

“Dopo la chiusura dell’asilo nido comunale nel 2016, nel 2017 era stata concessa in comodato d’uso gratuito alla parrocchia dell’Immacolata per il piano terra e a Italia Nostra per la parte superiore, al fine di ospitare la straordinaria e funzionalissima biblioteca “Enzo Integlia”. Di pochi giorni fa, invece, è la notizia che la concessione per il piano terra e per i giardini in favore della parrocchia è stata revocata, mentre resta in essere quella per la restante parte.”

Ma perché “sfratto della vergogna”? Perché, secondo Minturno libera, la cosa veramente grave sono i metodi utilizzati. “Infatti – sottolineano gli esponenti-, la nostra amministrazione ha intimato con meno di 20 giorni di preavviso il rilascio dei locali, senza minimamente pensare al loro attuale utilizzo. Infatti, in tale struttura attualmente sono attive proficue attività parrocchiali che andrebbero, improvvisamente, interrotte e che coinvolgono centinaia di bambini e non solo, anche disabili: scuola di musica, corso di inglese e spagnolo, corso di ballo, corso di mutuo ascolto per persone disabili, insomma tutti progetti di utilità e inclusione sociale. Inoltre, bisogna sottolineare che quei locali venivano utilizzati anche come aule di catechismo per i bambini disabili, dato che si trovano a piano terra.”

E, ancora, da Minturno libera proseguono: “L’azione predatoria dell’amministrazione, quindi, creerà notevoli disagi proprio a chi, invece, propaganda di aiutare, ossia i minori con disabilità, in quanto questi sarebbero costretti a seguire le lezioni in aule poste ai piani superiori della chiesa con ovvie difficoltà per raggiungerle. E allora ci chiediamo: perché non interviene la delegata all’inclusione sociale Laura Miola? Oppure l’unico suo pensiero di inclusione sociale inizia e finisce con la bandiera lilla e gli scivoli per i marciapiedi? Ed è ancora più sbalorditivo pensare che questo sfratto coatto avvenga solo due mesi dopo che veniva fatto presente un pericolo per l’incolumità pubblica, dovuto a infiltrazioni e perdite d’acqua, il che lo fa apparire quasi un gesto di ritorsione e, oltretutto, riporterebbe in auge un problema già sollevato da Minturno Libera: se quella struttura nel 2016 non è stata ritenuta idonea ad ospitare bambini ed è stato chiuso l’asilo nido comunale, quali interventi sono stati fatti perché questa sia diventata utilizzabile e quindi concessa ad altri usi dal comune?

Minturno Libera – concludono gli esponenti – si attiverà nei prossimi giorni per una raccolta firme contro la revoca della concessione e contro questo “sfratto della vergogna” e chiederà pubblicamente di destinare altri locali alla lodevole iniziativa del Centro educativo per minori in difficoltà.”

(Il Faro on line)