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Morì in una piscina di Sperlonga, fissata l’udienza preliminare

21 gennaio 2020 | 14:30
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Morì in una piscina di Sperlonga, fissata l’udienza preliminare

La vittima nuotava nella piscina dell’albergo, quando venne risucchiata dal bocchettone di aspirazione che la trattene sul fondo. Rianimata, morì qualche ora dopo, al “Gemelli” di Roma.

Sperlonga – È stata fissata l’udienza preliminare per la morte di Sara Francesca Basso, la 13enne che morì annegata, il 12 luglio del 2018, nella piscina di un hotel di Sperlonga.

Tre gli indagati per omicidio colposo: il rappresentante legale della società che gestisce l’albergo, l’ex proprietario e il costruttore che, nel 2004, si occupò di realizzare anche l’impianto di aspirazione della piscina. L’udienza preliminare, invece, si terrà il 23 settembre 2020.

La vittima, originaria di Morolo e residente a Frosinone,  si trovava in vacanza con la sua famiglia, quando, mentre nuotava nella piscina dell’albergo, venne risucchiata dal bocchettone di aspirazione che la trattene sul fondo. Ad accorgersi di quanto stava avvenendo fu un turista americano che, con fatica, riuscì a liberarla e a trascinarla fuori dall’acqua.

Un medico presente in albergo la rianimò – pur non riprendendo conoscenza – e, così, Sara Francesca venne elitrasportata d’urgenza al Policlinico “Gemelli” di Roma, dove, qualche ora dopo, il suo cuore avrebbe smesso di battere.

Ricordiamo che le singole responsabilità vengono accertate in fase dibattimentale. Un’accusa, dunque, non equivale a una condanna, e la difesa può controbbattere le tesi e smontare il castello accusatorio. Peraltro, la giurisprudenza italiana prevede tre gradi di giudizio, dunque attenzione a fare di una dichiarazione d’accusa una sentenza di colpevolezza. 

(Il Faro on line)