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Coronavirus, gli esperti: trasmesso all’uomo dai serpenti. Un caso sospetto in Italia

23 gennaio 2020 | 20:54
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L’Oms: “Non facciamo errori. Si tratta di un’emergenza che riguarda la Cina ma non è ancora diventata un’emergenza sanitaria globale”

Roma – Il nuovo coronavirus che si è diffuso in Cina potrebbe essere stato trasmesso all’uomo da un serpente, forse un cobra cinese. L’ipotesi, scrive il South China morning Post, è stata avanzata da un gruppo di scienziati cinesi. Se ciò venisse confermato, si tratterebbe della prima volta in cui un virus di questo genere viene trasmesso da un rettile.

La ricerca

Lo studio, pubblicato dal ‘Journal of Medical Virology’, è stato realizzato da un team di ricercatori di Pechino, Nanning, Ningbo e Wuhan, che hanno ricostruito la struttura del coronavirus a partire dai dati pubblicati. E che hanno riscontrato la probabile origine in due serpenti comuni in Cina: il cobra cinese e il bungaro fasciato. Due rettili che potrebbero essere stati mangiati. L’ipotesi non ha però convinto tutta la comunità scientifica cinese. In precedenza, questo tipo di coronavirus era stato trasmesso all’uomo solo da mammiferi.

“Sebbene non sia così frequente” che un virus venga trasmesso all’uomo dal serpente, “il fatto che sia andata così è possibile. Come è plausibile che succeda da qualsiasi essere vivente sulla terra”, perché tutti possono ospitare virus e fare da ‘vettori’. A puntualizzarlo è Maria Rita Gismondo, responsabile del Laboratorio di microbiologia dell’ospedale Sacco di Milano.

Che sia rettile o uccello, è un salto di qualità del virus attraverso una mutazione genetica“, spiega l’esperta. Il serpente, forse cobra, messo sul banco degli imputati, “non è così frequente per via di una certa distanza che di solito noi manteniamo con questa specie. Ma in Cina non è così: li mangiano anche“.

Cinque casi sospetti in Europa, uno in Italia

Nel frattempo cresce l’allarme per il nuovo coronavirus e c’è un caso sospetto in Italia. Oggi l’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico di Bari ha segnalato agli organi competenti “un caso di sospetta infezione da coronavirus 2019-nCov” che si è diffuso in particolare nella zona della metropoli cinese di Wuhan.

La persona che potrebbe essere stata infettata è una donna. La paziente sarebbe una cantante della provincia di Bari da poco tornata dall’Oriente. Il Policlinico precisa che “sono state adottate tutte le procedure di prevenzione previste. La paziente – continua la nota dell’azienda – si trova attualmente in isolamento respiratorio e da contatto presso il reparto di malattie infettive e sta ricevendo le cure necessarie in attesa di conoscere gli esiti degli esami diagnostici di conferma”. Quattro cittadini cinesi sono invece sotto osservazione in Scozia, riporta l’emittente Skynews.

Il parere dell’Oms

“E’ ancora troppo presto per dichiarare un’emergenza sanitaria globale” ha stabilito l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), al termine della riunione del Comitato di emergenza convocato a Ginevra. “Non facciamo errori. Si tratta di un’emergenza che riguarda la Cina ma non è ancora diventata un’emergenza sanitaria globale”. Così il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, nella conferenza stampa convocata dall’agenzia. La valutazione del rischio da parte dell’Oms è che “l’epidemia abbia un rischio molto elevato in Cina e un rischio elevato a livello regionale e globale“.

L’Organizzazione, che parla di “17 morti su 575 casi di contagio”, esorta quindi “a sostenere tutti gli sforzi in corso attraverso una missione multidisciplinare internazionale dell’Oms, che comprenda anche esperti nazionali”, sul nuovo coronavirus.

La missione avrà tra i suoi obiettivi “il potenziamento della sorveglianza delle infezioni respiratorie acute gravi nelle regioni interessate, il rafforzamento delle misure di contenimento e mitigazione del coronavirus”. Inoltre, indagherà sulla “causa di origine animale del nuovo virus; l’entità della trasmissione da persona a persona”. L’Organizzazione mondiale della Sanità “segue la situazione ogni minuto di ogni giorno, a livello nazionale, regionale e globale. Stiamo lavorando per prevenire la trasmissione da uomo a uomo“, assicurano.

(Il Faro online) Foto Ansa