Il Papa: “Dio ci salva non con la forza ma con la debolezza della croce”

25 gennaio 2020 | 18:00
Share0
Il Papa: “Dio ci salva non con la forza ma con la debolezza della croce”

Nella basilica di San Paolo fuori le mura i vespri solenni al termine della settimana di preghiera per l’unità dei cristiana, invita tutti i credenti a riscoprire l’ospitalità: “Accogliere è un gesto che sa di Vangelo”: “L’accoglienza è un gesto che sa di Vangelo”

di FABIO BERETTA

Roma – “A Dio è piaciuto così: salvarci non con la forza del mondo, ma con la debolezza della croce”. Come da tradizione, Papa Francesco presiede i vespri solenni nella basilica di San Paolo fuori le mura, a conclusione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani.

Ai tanti fedeli cattolici che riempiono la chiesa, addobbata a festa per l’occasione, il Pontefice ricorda che “in quanto discepoli di Gesù” non dobbiamo “farci attirare da logiche mondane”, bensì “metterci in ascolto dei piccoli e dei poveri, perché Dio ama mandare messaggi per mezzo loro, che più somigliano a suo Figlio fatto uomo”. Un messaggio rivolto anche agli ortodossi e agli anglicani, e ai rappresentanti delle altre Chiese e comunità ecclesiali.

Francesco, assieme a loro, sosta in preghiera davanti alla tomba di san Paolo, dal quale prende spunto per la sua riflessione. Bergoglio ricorda infatti il naufragio dell’apostolo sull’isola di Malta e l’accoglienza ricevuta proprio dai maltesi, così come narrata nel libro degli Atti.

Una narrazione, fa presente il Papa, che “parla anche del nostro viaggio ecumenico, diretto verso quell’unità che Dio ardentemente desidera”. Ma da questa storia, aggiunge il Santo Padre, si possono cogliere altri due aspetti: innanzitutto che “la priorità di Dio è la salvezza di tutti“. Da qui l’invito a non dedicarsi “esclusivamente alle nostre comunità, ma ad aprirsi al bene di tutti”.

Infatti, “anche tra i cristiani ciascuna comunità ha un dono da offrire agli altri”. “Più guardiamo al di là degli interessi di parte e superiamo i retaggi del passato nel desiderio di avanzare verso l’approdo comune, più ci verrà spontaneo riconoscere, accogliere e condividere questi doni”, aggiunge il Papa.

Infine, il Pontefice pone l’accento su un altro aspetto del racconto biblico proclamato durante il rito: l’ospitalità. “Da questa settimana di preghiera vorremmo imparare ad essere più ospitali, prima di tutto tra noi cristiani, anche tra fratelli di diverse confessioni”, sottolinea il Papa. Che conclude: “L’ospitalità appartiene alla tradizione delle comunità e delle famiglie cristiane. Non perdiamo, anzi ravviviamo questa usanza che sa di Vangelo”.

(Il Faro online)