La denuncia

Librerie in crisi, oltre 2300 chiuse negli ultimi 5 anni: “È la Caporetto della cultura”

26 gennaio 2020 | 16:55
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Librerie in crisi, oltre 2300 chiuse negli ultimi 5 anni: “È la Caporetto della cultura”

Ferma in Parlamento una proposta di “legge sul libro” che potrebbe sostenere un settore in crisi. E intanto le librerie chiudono e si perdono posti di lavoro

Una crisi lunga e profonda che sembra, purtroppo, non conoscere fine quella che ha investito le librerie italiane.

“Da ogni lato la si prenda, la notizia delle 2300 librerie chiuse in 5 anni in Italia è una brutta, bruttissima notizia”. A denunciarlo è il Presidente dell’Associazione Librai Italiani, Paolo Ambrosini, che aggiunge poi una severa critica nei confronti del governo e della maggioranza parlamentare, considerato che dall’estate scorsa è ferma al Senato una proposta di legge sulla promozione della lettura e dei libri su cui in tanti, soprattutto tra i piccoli e medi librai, avevano poggiato un bel po’ di aspettative.

Da tempo, infatti, è ferma in Parlamento una proposta di “legge sul libro” che potrebbe sostenere un settore in crisi. E intanto le librerie chiudono, si perdono posti di lavoro e si bruciano progetti d’impresa.

Tanti i fattori che hanno contribuito alla crisi: prima di tutto c’è da fare i conti con i lettori sempre più scarsi. In tanti però puntano il dito contro Amazon. Il colosso dell’e-commerce da 107 miliardi di fatturato globale, con 300 milioni di clienti e 111 centri di distribuzione in tutto il mondo, ha dato il via alla propria rivoluzione sulla capacità di attrarre il consumatore con un’offerta vastissima e un servizio eccellente, a prezzi ribassati. Questo approccio vale per qualsiasi campo, a maggior ragione per l’editoria.

Librerie chiuse: da Nord a Sud il 2020 inizia con tante chiusure

L’inizio del 2020, in questo senso, ha già visto manifestarsi una vera e propria “Caporetto” della cultura. Tanti, come ad ogni inizio anno, gli esercizi commerciali che chiudono i battenti, ma l’emorragia nel settore librario davvero sembra stagliarsi con maggiore evidenza. A Milano ha chiuso la libreria all’interno dell’ospedale Niguarda, a Ragusa la libreria Paolino, a Torino la libreria Comunardi.

C’è poi il caso Roma. A fine novembre, dopo il secondo incendio, La Pecora Elettrica ha deciso di non riaprire la sua serranda. Nello stesso mese è arrivato anche l’annuncio della chiusura della storica Libreria del viaggiatore che a partire dal 31 dicembre è rimasta chiusa. Proprio nella Capitale il 2020 è iniziato nel peggiore dei modi perché Roma perde un altro caposaldo della cultura letteraria: La Feltrinelli International.

Da Nord a Sud, insomma, non sembra esserci pace per le librerie italiane. Ed è per questo che la denuncia di Paolo Ambrosini sulla proposta di legge di promozione dei libri e della lettura è ancor più un atto di denuncia grave dell’immobilismo dei nostri governanti, incapaci di reagire alla vera e propria ecatombe culturale e stretti dalle pressioni dei grandi gruppi editoriali e dai colossi distributivi dell’on line.

La legge sulle lettura e sui libri è ferma in Senato

Risale al giugno scorso il testo licenziato dalla commissione cultura della Camera il testo della “legge sul libro” per promuovere la lettura nel nostro Paese. Con cui si proponeva di ridurre gli sconti massimi applicabili dal 15% al 5% per sostenere le librerie e la messa a punto di una card cultura per i meno abbienti e sostenerne i consumi culturali, dal teatro alla musica avrebbe dovuto aiutare a sopravvivere proprio i negozi tradizionali. La legge, che pure aveva visto la reazione non positiva dei grandi operatori, è al momento ferma in Senato.

(Il Faro online)