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Omicidio di Tanina, sentenza rinviata al 6 marzo

L'accusa chiede che il personal trainer venga giudicato per omicidio premeditato, il legale del persona trainer: "Lui voleva bene a Tanina"

Civitavecchia – E’ iniziato poco prima delle ore 10 di martedì 28 gennaio 2020 il processo di Andrea De Filippis, il personal trainer reo confesso di aver ucciso e occultato il corpo di Tanina Momilia nell’ottobre 2018 (leggi qui).

Su di lui pendono accuse pesanti: omicidio volontario con le aggravanti dei futili motivi, occultamento di cadavere, crudeltà e sevizie. Tanina era scomparsa da casa proprio il 7 ottobre. Il corpo fu trovato in un canale di via Castagnevizza, a Fiumicino, il giorno dopo (leggi qui).

Da subito le indagini puntarono sul personal trainer della donna (leggi qui). E dopo diversi sopralluoghi effettuati dalle forze dell’ordine nella palestra frequentata da entrambi (leggi qui), De Filippis confessò di averla uccisa (leggi qui).

All’udienza, che si è celebrata a porte chiuse nelle sale del Tribunale di Civitavecchia, sono presenti l’imputato, assistito dal suo avvocato, Cristian Milita, alcuni familiari di Tanina e il legale della famiglia Momilia, Anna Maria Anselmi. Il dibattimento è durato quasi 5 ore e si è concluso con un rinvio.

Infatti, l’accusa chiede che De Filippis sia giudicato per omicidio volontario premeditato. Di contro, il legale del personal trainer nega la premeditazione, affermando che quanto accaduto nell’ottobre del 2018 sia scaturito da un raptus improvviso di rabbia. Il giudice ha così concesso il diritto di replica alla parte lesa, rinviando l’udienza e la sentenza al 6 marzo.

“Il mio assistito ha avuto le lacrime agli occhi durante tutto il dibattimento – spiega a ilfaroonline.it l’avvocato Milita -. Si è accorto di aver causato una doppia tragedia: in primis alla famiglia Momilia, ma anche alla sua di famiglia”. E aggiunge: “E’ assurdo parlare di omicidio premeditato: ci sono tutti gli elementi per capire che quanto accaduto quella notte è frutto di un raptus improvviso di rabbia“.

“Noi vogliamo che venga fatta giustizia. Il 6 marzo ci auguriamo che vengano messe a tacere le voci sull’omicidio premeditato. Lui voleva bene a Tanina“.

Solo pochi mesi fa, durante l’udienza preliminare, davanti al marito e ai genitori di Tanina, De Filippis aveva una dichiarazione spontanea: “Chiedo scusa. Quel giorno la mia mano è stata armata dal diavolo“. Il personal trainer, al momento rinchiuso nel carcere di Velletri, sarà uno degli ultimi presunti omicidi ad essere giudicato con rito abbreviato.

Ora prima pubblicazione 9.55

(Il Faro online)