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“Raccogliamo un mare di plastica”: alla foce del Tevere arrivano i Seabin

30 gennaio 2020 | 12:39
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In un anno può raccogliere oltre 500 chili di spazzatura. Di Genesio Pagliuca: “La tutela dell’ambiente è un impegno che tutti dobbiamo condurre in sinergia”

Fiumicino – Fin da quando Enea sbarcò sulle coste del Lazio, lui c’era. Ha alimentato Roma, aiutandola a crescere fino a diventare la Caput Mundi. Sulle sue acque, drenate con sistemi ingegnosi nei circhi e negli anfiteatri, si sono combattute battaglie navali: opache ombre di quegli scontri epici narrati nei miti. A distanza di oltre duemila anni, sulle sue acque, ancora si combatte.

Ma il nemico, stavolta, è diverso: non ha corazze o armi, eppure può essere letale come una spada, tanto per gli essere umani quanto per gli animali. E’ la plastica, che in enormi quantità (spesso a causa dell’incuria e dell’inciviltà dell’uomo stesso) ogni giorno si riversa in mare, uccidendo – lentamente – ogni creatura.

Ora però, l’uomo dalla sua parte ha una nuova arma, altrettanto piccola e letale: i Seabin. Una tecnologia innovativa (leggi qui), capace di raccogliere dall’acqua fino a 500 chili di plastica all’anno che da oggi protegge l’ultimo tratto di Tevere e il mare.

Inaugurato da Procter & Gamble nell’ambito dell’iniziativa PlasticLess di LifeGate (una delle realtà punto di riferimento della sostenibilità in Italia), il Seabin è posizionato presso il molo del Tecnomar, il circolo nautico a due chilometri dalla Fiumara Grande.

A prendere parte all’evento, tra gli altri, il vicesindaco di Fiumicino, Ezio Di Genesio Pagliuca, e il delegato del sindaco alle politiche della balneazione e della costa, Antonio Quaranta. Anche se a Fiumicino i Seabin erano già entrati in funzione alla Darsena (leggi qui), quello posizionato oggi è il primo Seabin installato alla foce del Tevere.

Una sfida per il futuro

Tutto è partito dall’iniziativa “Raccogliamo un mare di plastica”, che P&G ha lanciato a favore di LifeGate PlasticLess sul portale Amazon: tra il 16 settembre e il 20 ottobre 2019, chi ha acquistato prodotti P&G su amazon.it (per un valore complessivo di almeno 30 euro), ha garantito la raccolta dell’equivalente di 100 cannucce di plastica da parte del Seabin. L’iniziativa ha ottenuto grande successo e il contributo si è concretizzato con l’inaugurazione di Fiumicino, a cui ne seguirà una a Sorrento nei prossimi mesi.

“Siamo da sempre impegnati nel generare e ispirare un impatto positivo sull’ambiente. Per questo abbiamo sposato con grande entusiasmo l’iniziativa PlasticLess di LifeGate, che contribuirà a combattere la presenza della plastica nei porti italiani ed europei, rendendo più puliti mari splendidi come il Tirreno”, afferma all’inaugurazione del Seabin Faiza Lahlou, Europe Communications & Sustainability Director di P&G.

“Siamo molto contenti che P&G abbia aderito al progetto Plasticless di LifeGate. Per combattere le sfide del pianeta è indispensabile avere il supporto di grandi aziende che affrontino il problema in maniera coraggiosa e con una visione a lungo termine. I grandi brand possono migliorare i prodotti e i processi, ma anche facilitare un cambiamento culturale nella società grazie alle proprie scelte di marketing e comunicazione”, il commento di Simone Molteni, Direttore Scientifico di LifeGate.

“Siamo lieti di questa iniziativa di P&G e LifeGate sul nostro territorio – dice il vicesindaco di Fiumicino, Ezio Di Genesio Pagliuca -. La nostra amministrazione è da sempre molto attenta alle tematiche ambientali, come testimonia il lungo lavoro, ancora in corso, che stiamo conducendo in favore della raccolta differenziata. La tutela dell’ambiente – aggiunge – è un impegno che tutte e tutti dobbiamo condurre in sinergia, che si parli di istituzioni, di imprese o di singoli cittadini”.

Come funziona il Seabin

Il dispositivo è stato ideato dai surfisti australiani Pete Ceglinski e Andrew Turton e lanciato sul mercato a fine 2017. Una volta immerso in acqua e fissato a un pontile, il Seabin è in grado di catturare fino a 500 chili tra rifiuti di plastica, incluse microplastiche da 5 a 2 mm di diametro e microfibre da 0,3 mm, e rifiuti comuni come mozziconi di sigaretta o cotton fioc. Grazie all’azione spontanea del vento, delle correnti e alla posizione strategica, i detriti vengono convogliati direttamente all’interno del raccoglitore.

Ecco perché il Seabin risulta più efficace in punti di accumulo come i porti e le darsene, dove può sfruttare la sua pompa ad acqua capace di trattare 25.000 litri di acqua marina all’ora. Con la plastica raccolta, LifeGate potrà produrre oggetti di uso comune come felpe o teli da mare. Non solo: sarà possibile fornire dati importanti per la ricerca, per quanto riguarda gli effetti dell’inquinamento sulle persone e sugli ecosistemi, e promuovere comportamenti più consapevoli soprattutto tra i giovani.

(Il Faro online)

Gli obiettivi del decennio

In occasione dell’inaugurazione del Seabin, Procter & Gamble ha annunciato i suoi ambiziosi obiettivi di sostenibilità ambientale per il 2030. Un piano, battezzato “Ambition 2030”, che agirà a più livelli: i brand e le abitudini di consumo, la filiera di produzione e approvvigionamento, partnership con le maggiori organizzazioni esperte in sostenibilità e il coinvolgimento dei dipendenti dell’azienda.

Tra gli obiettivi più ambiziosi c’è il 100% di imballaggi riciclabili o riutilizzabili, la riduzione del 50% di emissioni di gas serra, e l’approvvigionamento del 100% dell’elettricità da fonti rinnovabili.

Gli obiettivi di sostenibilità ambientale di Procter & Gamble giocano un ruolo fondamentale anche per il mercato e per la realtà produttiva italiani: “Dash e Lenor, due dei nostri brand più importanti – ha spiegato Faiza Lahlou – si pongono insieme l’obiettivo di ridurre la plastica dei loro imballaggi di 1.550 tonnellate all’anno già entro il 2025”. Anche i marchi di P&G per la Cura della Casa, come Swiffer, Fairy, Viakal, Mastro Lindo e Ambipur, hanno annunciato che dall’inizio del 2020 raddoppieranno la quantità di plastica riciclata nei loro imballaggi in Europa con un risparmio di plastica vergine di circa 9 mila tonnellate all’anno.

Gli stabilimenti di Gattatico (Reggio Emilia) e Pomezia (Roma)inoltre, hanno ottenuto la certificazione “Zero rifiuti in discarica”, diminuito i consumi di energia e di acqua e ridotto l’emissione di CO2.

(Il Faro online)