L'evento

“Beviamoci Sud”: i grandi vini rossi del meridione conquistano Roma

8 febbraio 2020 | 09:38
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“Beviamoci Sud”: i grandi vini rossi del meridione conquistano Roma

Al Radisson Blue grande successo per la I edizione del Festival dei Grandi Rossi Del Sud che ha aperto le porte al mondo vitivinicolo meridionale

Di: ILARIA CASTODEI

Cucina e Sapori – L’1 e il 2 febbraio si è conclusa nella capitale la prima edizione della manifestazione che ha celebrato finalmente i grandi vini rossi del sud Italia. L’evento, chiamato Beviamoci Sud, è stato organizzato da enti e volti competenti nel campo enologico quali Marco Cum responsabile dell’agenzia Riserva Grande, che si occupa da oltre 10 anni della promozione della cultura del vino sul territorio di Roma, Andrea Pedrini del famoso wineblog Percorsi di Vino e Luciano Pignataro, lo storico giornalista enogastonomico che racconta l’eccellenze d’Italia attraverso il suo wine&food blog.

Un fine settimana all’insegna di degustazioni, confronti e seminari che avevano lo scopo di portare all’attenzione del pubblico il fantastico panorama vitivinicolo del mezzoggiorno, una vera e propria promozione culturale dei territori enologici in questione.
Dopo le due edizione di “Aglianico a Roma” è scaturito il desiderio e, diciamolo, l’impellenza di dedicarsi alla grandissima produzione meridionale ed andare aldilà del l’ottimo vino campano (che comunque presente alla manifestazione con diverse cantine), allargando l’offerta e l’evento alle altre regioni.

Riuscitissima manifestazione che ha accolto un’enorme popolazione di ristoratori, operatori, giornalisti di settore, wine lover e semplici curiosi che sono accorsi ad assaggiare i vini.
Un tripudio di profumi di terra e bacche rosse, colori intensi pregni di tradizione e passione declinati nelle varie sfumature del rosso, sentori morbidi e persistenti, tanta struttura in dei vini di altissimo livello qualitativo; salinità, mineralità, acidità, spezie, agrumi, cacao e tante altre sono state le percezioni che hanno avvolto il palato e deliziato papille gustative e olfattive; ogni vino la sua inconfondibile caratteristica, ogni cantina la sua affascinante storia di lavoro e dedizione.

La sala del Radisson si è riempita di banchi di assaggio di importanti aziende intervenute per l’occasione e tante sono state anche le nuove generazioni che si sono affacciate con caparbietà, competenza e temerarietà a questo mondo. Mentre nella saletta adiacente quattro interessanti seminari tematici sono stati condotti egregiamente da Luciano Pignataro in collaborazione con i rispettivi testimonial aziendali, con annessa degustazione.

Il Faro on line ha catturato il commento di Marco Cum, presente in sala degustazioni facendo un rapido resoconto a caldo della manifestazione: “ci aspettavamo una bella affluenza e le aspettative sono state pienamente soddisfatte; del resto era un’evento richiestissimo e da tanti atteso. Il Sud dev’essere sdoganato proprio perchè ci siamo resi conto che ha un potenziale vitivinicolo enorme. Posso dire che il riscontro di questa prima edizione è stato positivissimo, tante ottime cantine e vini eccellenti, un livello altissimo, tanta professionalità, un’enorme interesse del pubblico e tutti produttori sono felici di questo; quindi posso sbilanciarmi ed invitare già tutti alla seconda edizione dell’anno prossimo e vi posso già svelare le date: 6 e 7 febbraio 2021.

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Purtroppo quest’anno abbiamo a malincuore dovuto chiudere le adesioni ad un certo punto, fare una sorta di numero chiuso, perché il posto non permetteva di accogliere tutta la domanda di banchi espositivi che abbiamo ricevuto. Fare un evento monotematico, come quello dell’Aglianico, è stato un conto, ma questo abbraccia un bacino di utenza più ampio e importante come tutto il Sud Italia, quindi diventa impegnativo e problematico. Organizziamo eventi qui da tanti anni per cui il Radisson Blue è come se fosse la nostra sede centrale, certo in vista di una seconda edizione dovremmo vedere come organizzarci meglio”.

Tutte le aziende presenti ai banchi d’assaggio sono state vagliate dagli organizzatori testando personalmente i vini delle varie cantine e cercando di selezionare la massima eccellenza, terroir caratteristici e di prediligere tutta la ricchezza di vini provenienti da vitigni autoctoni. E tanti di questi erano presenti, alcuni quasi sconosciuti al grande pubblico, come il Susumaniello del Salento, la Tintilia del Molise o il Gaglioppo calabrese etc..

Lo sapevi che esiste uno strumento digitale che degusta e ti spiega il vino che andrai ad assaggiare? Lo puoi scoprire cliccando qui, sulla scritta arancione.

Il sud è pieno di queste rarità – ” conclude Cum- “ è un coacervo di autoctonia, la Puglia, la Sicilia, la Campania ancor di più, non si finisce mai di imparare e di comprendere il patrimonio del nostro territorio italiano”.

Una grande e pregiata produzione vitivinicola quella dei rossi meridionali che attraverso le oltre 300 etichette presentate ha spaziato nei più vocati territori d’elezione e nell’ordine i più noti sono stati: il Cesanese di Piglio e Affile per il basso Lazio; l’Aglianico, Piedirosso, e Taurasi per la Campania; Etna Rosso, Nero D’Avola e Nerello mascalese per la Sicilia; Primitivo, Negroamaro, Nero Di Troia per la Puglia; Cirò, Magliocco per la Calabria, e molti altri tra cui i precedenti già descritti.

Nella due giorni tanti sono stati i sommelier all’opera in sala, tutti appartenenti alla Scuola Europea per Sommelier di cui l’agenzia Riserva Grande ne è la delegazione romana. Anche da questo versante tanta la professionalità e l’ eleganza nel servizio e la dovizia di racconto dei vini.

(Il Faro online)