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Perché si festeggia San Valentino?

13 febbraio 2020 | 12:00
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Perché si festeggia San Valentino?

Tutto sulla storia e la tradizione della festa degli innamorati, ovvero il 14 febbraio, e sul suo santo protettore

Il 14 febbraio, San Valentino, tutti coloro che nutrono un sentimento d’amore per un’altra

persona lo festeggeranno a colpi di messaggini affettuosi, fiori e cioccolatini e la più passionale delle cene romantiche. I ristoranti pulluleranno di coppiette intente a tenersi mano per la mano e guardarsi negli occhi per tutta la serata ed assaporare i migliori piatti a base dei cibi più afrodisiaci, in preparazione poi di un altrettanto stuzzicante dessert post cena.

Ma perché esiste una giornata per festeggiare l’amore? E chi è San Valentino?

Fra tantissime leggende e l’antica storia si cerca di ricondurre al perché il 14 febbraio sia dedicato al santo. La festa degli innamorati, non ancora denominata San Valentino, pare affondi le sue radici nell’antica Roma, quando si celebrava la festa della fertilità, divenuta secoli dopo un antico rito pagano dedicato al dio della fertilità Luperco, un selvatico fauno, la Lupercalia appunto.

Questi riti si celebravano il 15 febbraio e prevedevano festeggiamenti sfrenati ed erano apertamente in contrasto con la morale e l’idea di amore dei cristiani. (Parte di queste manifestazioni ritualistiche, mediate dalla morale cristiana, si riscontrano oggi nelle tradizioni del Carnevale. Non a caso San Valentino ricade in pieno periodo carnevalesco).

Successivamente, nel 496 d. C., questa festa pagana, venne forzatamente cristianizzata dall’allora papa Gelasio I che per onorare quindi la festa dell’amore, decise di spostarla al giorno precedente, già dedicato a San Valentino , facendolo diventare in un certo modo il protettore degli innamorati e dando alla festa un significato biblicamente più romantico. Molto probabilmente il papa già conosceva la storia di Valentino che molto aveva fatto per proteggere il sentimento degli innamorati tanto da essere successivamente denominato il “santo dell’amore”. Successivamente anche i monaci benedettini contribuirono al mantenimento della tradizione essendo affidatari della basilica di San Valentino dalla seconda metà del VII secolo.

San Valentino da Terni nato a Interamna (oggi Terni) nel 176, fu proclamato santo proprio il 14 febbraio; proteggeva gli innamorati, li guidava verso il matrimonio e li incoraggiava a mettere al mondo dei figli. Sembrerebbe plausibile che, ogni anno, i nomi di donne e uomini a lui devoti venissero pescati da un’urna e le coppie dovessero vivere insieme per la durata di un anno, fino alla generazione di una nuova vita. La letteratura religiosa lo descrive come guaritore degli epilettici e difensore delle storie d’amore, specie quando queste sono infelici: si racconta, per esempio, che abbia messo pace tra due fidanzati che litigavano, offrendo loro una rosa e provocando intorno a loro il volo di alcuni piccioni intenti a scambiarsi gesti affettuosi (da qui deriverebbe anche l’espressione ‘piccioncini’).

Un’altra leggenda, stavolta tragica, parla dello stesso vescovo di Terni che fu decapitato, quindi martire cristiano, perché aveva celebrato un matrimonio misto tra una donna cristiana e un legionario romano pagano. La cerimonia avvenne in fretta, perché la giovane era malata ma i due sposi morirono, insieme, proprio mentre Valentino li benediceva. San Valentino fu poi perseguitato fino alla violenta morte avvenuta, neanche a dirlo, il 14 febbraio.

L’associazione di San Valentino a Cupido ( o Eros, il dio greco dell’amore) arriva anche dalla letteratura. L’autore di un poema in 700 versi The Parliament of Fowls , scritto alla fine del ‘300 in onore delle nozze tra Riccardo II e Anna di Boemia, Geoffrey Chaucer, descrisse il santo come il tramite ultraterreno della dimensione dell’Amor cortese.
Si pensi, inoltre, che alla metà di febbraio si riscontrano i primi segni di risveglio della natura; nel Medioevo, soprattutto in Francia e Inghilterra, si riteneva che in quella data cominciasse l’accoppiamento degli uccelli, quindi l’evento si prestava a essere considerato anche la festa degli innamorati. L’antico proverbio infatti recita “ per San Valentino la primavera sta vicino”.

Il lato commerciale della festa

E così, come spesso è accaduto, festa pagana e rito cristiano si sono incrociati e il giorno di San Valentino martire si festeggia non solo in Italia ma in tutto il mondo, anche se le date non coincidono in ogni Paese. E’ diventato, ormai per molti, ricorrenza per celebrare l’amore per la propria dolce metà e occasione commerciale in cui scambiarsi un dono.

Il tratto più caratteristico e storico della festa è lo scambio di “valentine”, ovvero bigliettini d’amore spesso sagomati nella forma di cuori stilizzati o altre forme rappresentanti il sentimento d’amore.
Si pensi che la Greeting Card Association ha stimato che ogni anno vengono spediti il 14 febbraio circa un miliardo di biglietti d’auguri, numero che colloca questa ricorrenza al secondo posto, come numero di biglietti acquistati e spediti, rispetto al Natale. La tradizione dei biglietti amorosi ha cominciato a diventare secondaria rispetto allo scambio di regali, come scatole di cioccolatini, mazzi di fiori o gioielli.

Il suo risvolto consumistico risale alla metà dell’ottocento e arriva, inutile dirlo, dagli Stati Uniti. In questa giornata, purché ogni cosa sia all’insegna dell’amore e della felicità della coppia ruota tutto attorno a un business incredibile (come già è successo per Natale o Halloween). Negozi stracolmi di gadget rosso passione, fiorai in fermento per le mille richieste, i telefoni dei ristoranti che squillano ininterrottamente per le prenotazioni e, novità degli ultimi anni, anche le strade cittadine addobbate con scintillanti luminarie a forma di cuore, cupido e quant’altro. Anche il cinema e il teatro spesso richiamano la festa con rappresentazioni storiche o di vita moderna e quotidiana.

Il giro di soldi oggi è pazzesco, ma si sa , al cuor non si comanda e …”A San Valentino ogni Valentino sceglie la sua Valentina” .

(Il Faro online)