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Furti nei negozi della Capitale, arrestata banda di ladri di Ardea

22 febbraio 2020 | 18:10
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Furti nei negozi della Capitale, arrestata banda di ladri di Ardea

La banda è stata pedinata e bloccata sul Grande Raccordo Anulare con una refurtiva di 500 euro da poco rubata

Ardea – Arrestati ieri notte a Roma i componenti di una banda di ladri di Ardea, Tor San Lorenzo e Lavinio. Un Carabiniere della Stazione di Tor Tre Teste, fuori servizio durante l’accaduto, transitando in via Prenestina si è accorto della presenza di un’automobile già conosciuta dalle forze dell’ordine perché solita a commettere furti nel quartiere.

Il carabiniere ha iniziato ad osservare e pedinare la banda a distanza, dopo aver chiamato i colleghi in caserma per chiedere il loro intervento. Anche la centrale operativa del Gruppo di Roma ha attivato l’intervento di altre pattuglie per accorrere in supporto dei militari. L’auto della banda di ladri è stata inseguita e bloccata sul Grande Raccordo Anulare, all’altezza dello svincolo della Tuscolana.

In manette due cittadini romeni, uno di 19 e l’altro di 29 anni. Entrambi senza fissa dimora e con precedenti. Arrestata anche una cittadina romena di 19 anni, residente a Lavinio.

Grazie alla visione delle telecamere interne del negozio in cui poco prima è avvenuta una rapina da parte della banda, è stata possibile la ricostruzione dei fatti. Le persone coinvolte sono state accusate di furto pluriaggravatoin concorso, mentre sono stati denunciati per il concorso con i 3 arrestati una romena di 47 anni, pluripregiudicata di Tor San Lorenzo ed un altro cittadino romeno di 27 anni, di Ardea, quest’ultimo senza precedenti penali.

All’interno del mezzo è stata rinvenuta merce di vario tipo, rubata poco prima presso un negozio di via De Chirico, per un bottino di circa 500 euro. I Carabinieri stanno ora svolgendo ulteriori indagini per accertare la responsabilità dei cittadini fermati in ordine ad altri eventi verificatisi nei gironi scorsi.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

(Il Faro online)