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“Lasciatevi riconciliare con Dio”, il messaggio di Papa Francesco per la Quaresima 2020

Il Pontefice: "L’esperienza della misericordia è possibile solo in un 'faccia a faccia' col Signore crocifisso e risorto"

di FABIO BERETTA

Città del Vaticano – “Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio”. Questo il titolo del messaggio di Papa Francesco per la Quaresima 2020, rivolto a tutti i cattolici. Datato 7 ottobre 2019, il testo è suddiviso in quattro paragrafi nei quali il Pontefice invita continuamente a riflettere sulla morte e risurrezione di Gesù, “cardine della vita cristiana personale e comunitaria”.

Il fondamento della conversione

Nel messaggio, il Papa ricorda che la gioia del cristiano “scaturisce dall’ascolto e dall’accoglienza della Buona Notizia della morte e risurrezione di Gesù”. Chi crede in questo annuncio, fa notare Bergoglio, “respinge la menzogna secondo cui la nostra vita sarebbe originata da noi stessi, mentre in realtà essa nasce dall’amore di Dio Padre, dalla sua volontà di dare la vita in abbondanza.

Se invece si presta ascolto alla voce suadente del ‘padre della menzogna’ (cfr Gv 8,45) si rischia di sprofondare nel baratro del nonsenso, sperimentando l’inferno già qui sulla terra, come testimoniano purtroppo molti eventi drammatici dell’esperienza umana personale e collettiva”.

Il Santo Padre estende poi ad ogni cristiano quanto già scritto ai giovani nell’Esortazione apostolica Christus vivit: “Guarda le braccia aperte di Cristo crocifisso, lasciati salvare sempre nuovamente. E quando ti avvicini per confessare i tuoi peccati, credi fermamente nella sua misericordia che ti libera dalla colpa. Contempla il suo sangue versato con tanto affetto e lasciati purificare da esso. Così potrai rinascere sempre di nuovo”.

Urgenza della conversione

Per un credente, prosegue il Pontefice, “è salutare contemplare più a fondo il Mistero pasquale, grazie al quale ci è stata donata la misericordia di Dio. L’esperienza della misericordia, infatti, è possibile solo in un ‘faccia a faccia’ col Signore crocifisso e risorto”.

Il Papa pone poi l’accento sull’importanza della preghiera nel tempo quaresimale che, “prima che essere un dovere, esprime l’esigenza di corrispondere all’amore di Dio, che sempre ci precede e ci sostiene”. Il cristiano, infatti, spiega il Santo Padre, “prega nella consapevolezza di essere indegnamente amato. La preghiera potrà assumere forme diverse, ma ciò che veramente conta agli occhi di Dio è che essa scavi dentro di noi, arrivando a scalfire la durezza del nostro cuore, per convertirlo sempre più a Lui e alla sua volontà”.

Da qui l’invito ad ascoltare con più attenzione la Parola di Dio, “lasciandola risuonare in noi con maggiore profondità e disponibilità”.

Quanto più ci lasceremo coinvolgere dalla sua Parola, tanto più riusciremo a sperimentare la sua misericordia gratuita per noi. Non lasciamo perciò passare invano questo tempo di grazia, nella presuntuosa illusione di essere noi i padroni dei tempi e dei modi della nostra conversione a Lui.

L’appassionata volontà di Dio di dialogare con i suoi figli

Poi, un monito: “Il fatto che il Signore ci offra ancora una volta un tempo favorevole alla nostra conversione non dobbiamo mai darlo per scontato”. La Quaresima, per il Papa, è un’occasione che “dovrebbe suscitare in noi un senso di riconoscenza e scuoterci dal nostro torpore”.

Infatti, “malgrado la presenza, talvolta anche drammatica, del male nella nostra vita, come in quella della Chiesa e del mondo, questo spazio offerto al cambiamento di rotta esprime la tenace volontà di Dio di non interrompere il dialogo di salvezza con noi”.  Un dialogo, fa notare il Pontefice, “che Dio vuole stabilire con ogni uomo”.

Una ricchezza da condividere

La Pasqua, prosegue il Pontefice nell’ultimo paragrafo del Messaggio, “significa sentire compassione per le piaghe di Cristo crocifisso presenti nelle tante vittime innocenti delle guerre, dei soprusi contro la vita, dal nascituro fino all’anziano, delle molteplici forme di violenza, dei disastri ambientali, dell’iniqua distribuzione dei beni della terra, del traffico di esseri umani in tutte le sue forme e della sete sfrenata di guadagno, che è una forma di idolatria”.

Da qui il richiamo agli “uomini e le donne di buona volontà alla condivisione dei propri beni con i più bisognosi attraverso l’elemosina, come forma di partecipazione personale all’edificazione di un mondo più equo”.

La condivisione nella carità rende l’uomo più umano; l’accumulare rischia di abbrutirlo, chiudendolo nel proprio egoismo. Possiamo e dobbiamo spingerci anche oltre, considerando le dimensioni strutturali dell’economia.

Questo il motivo per cui il Pontefice, dal 26 al 28 marzo, ha convocato ad Assisi giovani economisti, imprenditori e change-makers, “con l’obiettivo di contribuire a delineare un’economia più giusta e inclusiva di quella attuale”.

“Come ha più volte ripetuto il magistero della Chiesa, la politica è una forma eminente di carità. Altrettanto lo sarà l’occuparsi dell’economia con questo stesso spirito evangelico, che è lo spirito delle Beatitudini”, aggiunge Francesco.

Che conclude: “Invoco l’intercessione di Maria Santissima sulla prossima Quaresima, affinché accogliamo l’appello a lasciarci riconciliare con Dio, fissiamo lo sguardo del cuore sul Mistero pasquale e ci convertiamo a un dialogo aperto e sincero con Dio. In questo modo potremo diventare ciò che Cristo dice dei suoi discepoli: sale della terra e luce del mondo”.

(Il Faro online) – Foto © Vatican Media