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Usura ed estorsione tra Roma, Anzio e Nettuno: in manette padre e figlia

26 febbraio 2020 | 16:19
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Minacce a vittime, “Bastonate se non paghi”

Roma – Tre persone sono state arrestate all’alba dai poliziotti della Questura di Roma e militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza per usura, estorsione e abusivo esercizio del credito. Tra loro padre e figlia di 73 e 37 anni.

Gli investigatori, coordinati dalla D.D.A. hanno ricostruito numerosi rapporti usurari gestiti da padre e figlia che, nel caso di mancata o ritardata restituzione del denaro, estorcevano insieme al terzo indagato con minacce e violenza i crediti che vantavano dalle vittime.

Io te pio a bastonate… non è cattiveria… però devi fare la persona seria… io i soldi che c’ho me li sò fatti con anni de galera non me li hanno regalati a me” una delle minacce rivolte dal 73enne.

La figlia, secondo gli investigatori, oltre ad aver fattivamente partecipato ad alcuni episodi di usura è la compagna del figlio di un pregiudicato per associazione mafiosa e traffico internazionale di stupefacenti e nipote di un esponente di vertice di una cosca calabrese di Guardavalle, da anni stanziata sul litorale romano, soprattutto tra Nettuno e Anzio.

Proprio il legame con la cosca sarebbe stato utilizzato dagli arrestate per dare maggiore forza alle minacce. A quanto accertato i tre applicavano tassi di interesse pari al 40% mensile per prestiti fino a 5mila euro. Una vittima, ad esempio, per un prestito di 80mila euro è stata costretta a pagare 8mila euro al mese senza che l’importo iniziale venisse ridotto nel tempo. In caso di ritardi nei pagamenti, poi, venivano applicate “multe”.

Ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove si formano in tribunale, e che il sistema giudiziario italiano prevede tre gradi di giudizio e la presunzione di innocenza fino a sentenza.

(Il Faro online)