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Roma, ruspe a Monte Carnevale: partono i lavori per realizzare la discarica

Dati alla mano, nonostante la discarica di Monte Carnevale, Roma continuerà ad avere bisogno di altre soluzioni dove interrare tutti gli scarti e la fos prodotti dai tmb capitolini

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Roma – Ruspe che si muovono, operai intenti a sistemare le recinzioni di un’area vastissima (135mila mq circa), camion che portano bagni chimici. Sono partiti i lavori per realizzare la discarica di Roma nella ex cava di proprieta’ della Ngr a Monte Carnevale, nella Valle Galeria.

Il progetto dell’impianto di smaltimento ancora non e’ stato depositato negli uffici competenti della Regione Lazio, un passaggio che si concretizzerà entro la fine della prossima settimana. Tuttavia, questo non impedisce alla società (partecipata per il 55% dalla Mad di Valter Lozza, già proprietaria delle discariche di Civitavecchia e Roccasecca) di cominciare ad allestire l’area di cantiere.

Un via vai iniziato già da ieri, come testimoniato dai video postati su facebook dai cittadini della Valle Galeria, terrorizzati dal probabile insediamento di una nuova discarica a un tiro di schioppo da Malagrotta, che per oltre 30 anni ha ricevuto i rifiuti di Roma.

Il tutto in un’area già gravata negli anni diverse servitù, alcune ancora attive (i due tmb di Malagrotta), alcune ferme (il gassificatore), altre chiuse (inceneritore di rifiuti ospedalieri e la raffineria) ma che nel tempo hanno inciso sull’ambiente e sulla salute dei cittadini, come ha certificato lo studio epidemiologico Eras del 2012.

Non a caso, prima dei lavori sono partiti i ricorsi al Tar (tre depositati nei giorni scorsi) dei cittadini contro le due ordinanze del governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, la delibera della Giunta Raggi che il 31 dicembre ha individuato il sito di Monte Carnevale (ottemperando alla prima ordinanza di Zingaretti) per realizzare la discarica di Roma e tutte le procedure amministrative della conferenza dei servizi regionale che a dicembre (una settimana prima della delibera capitolina) aveva autorizzato quella cava per lo smaltimento di inerti e fanghi.

Un via libera che, secondo i legali dei cittadini della Valle Galeria, ha costituito un “cavallo di Troia” per arrivare poi alla discarica di rifiuti urbani.

E l’evoluzione dei fatti avvalorerebbe questa ipotesi, perché nel progetto della Ngr in arrivo in Regione gli inerti e i fanghi scompariranno e resteranno solo i rifiuti (scarti e fos) derivanti dal trattamento degli urbani. Tra le quattrocento e le cinquecento tonnellate al giorno, pari a un traffico quotidiano di una ventina di autotreni, per cinque anni.

Numeri ragguardevoli che però non basterebbero a risolvere il problema della Capitale per lo smaltimento sei suoi rifiuti. Insomma, dati recenti alla mano, nonostante la discarica di Monte Carnevale, Roma continuerà ad avere bisogno di altre soluzioni dove interrare tutti gli scarti e la fos prodotti dai tmb capitolini (o da altri impianti ‘intermedi’, anche di privati, di cui l’Ama per trattare o pretrattare l’immondizia raccolta).

Il conto è presto fatto. Fino a un mese fa, nella discarica di Colleferro ogni giorno venivano smaltite oltre 1.100 tonnellate di scarti di Roma, più del doppio del massimo di quanto sarà previsto nel progetto di Monte Carnevale. Una prospettiva (quella dell’insufficienza della nuova discarica) confermata anche dai numeri presenti nelle linee strategiche del piano industriale di Ama.

La municipalizzata capitolina ha stimato per il 2020 un fabbisogno di discarica per 374.000 tonnellate, che divise per 6 giorni a settimana (la domenica le discariche solitamente sono chiuse) fanno 1194 tonnellate al giorno. Dal 2021 al 2024 le necessità di discarica per la Capitale scendono da 319mila tonnellate a 295mila, che al giorno corrispondono come minimo (tra quattro anni) a 942 tonnellate, mentre per l’anno prossimo il fabbisogno sarà di 1.019 tonnellate quotidiane. Sempre troppe per i numeri che saranno contenuti nel progetto di Monte Carnevale.

Questo significa che Roma, nonostante la volontà politica della Regione che vorrebbe una Capitale autonoma, continuerà ad avere bisogno delle discariche nel Lazio collocate fuori dai suoi confini territoriali e che, al momento, per due terzi riconducono alla Mad di Valter Lozza (la terza e’ la discarica di Viterbo).

Insomma, se i numeri del progetto della Ngr non cambieranno, anche con la discarica di Monte Carnevale in esercizio, Roma sarebbe incapace di non gravare (almeno per lo smaltimento) sugli altri territori della regione. E questo non mancherà di avere ripercussioni sul già vivace dibattito politico per l’approvazione del nuovo piano regionale dei rifiuti e in particolare sulla parte relativa alla necessita’ di costituire un ambito territoriale ottimale che riguardi solo la Capitale e nel quale la città tratti e smaltisca tutti i rifiuti indifferenziati che produce.

(Il Faro online)

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