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“No al forno crematorio a Fondi”, la lettera aperta di un gruppo di cittadini

29 febbraio 2020 | 16:00
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“No al forno crematorio a Fondi”, la lettera aperta di un gruppo di cittadini

La lettera: “Siamo sconcertati dal silenzio calato sulla volontà dell’Amministrazione di Fondi di realizzare un forno crematorio nel nostro cimitero.”

Fondi – No al forno crematorio: un gruppo di fondani ha scelto spontaneamente di prendere posizione e scrivere una lettera aperta ai propri concittadini, spiegando le proprie motivazioni e, soprattutto le proprie preoccupazioni.

“Sosteniamo la lotta di civiltà ingaggiata dal comitato Pro-ospedale contro lo scellerato ridimensionamento del “San Giovanni Di Dio”. Allo stesso modo – si legge, infatti nella lettera-, siamo sconcertati dal silenzio calato sulla volontà dell’Amministrazione comunale di realizzare un forno crematorio nel cimitero di Fondi.

Sono trascorse, ormai, tre settimane dalla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del bando di gara per la progettazione, la costruzione e la gestione dell’impianto, e nessun – consiglieri di opposizione, partiti politici, candidati a sindaco – si è espresso al riguardo. Possibile che siano tutti d’accordo? Possibile che debbano essere dei semplici cittadini a stimolare una discussione su un tema così delicato, alla vigilia, peraltro, di una campagna elettorale?”

Questione di location

Nella lettera, i cittadini fanno notare tutta una serie di problemi che si creerebbero qualora venisse davvero realizzato il forno crematorio. Primo fra tutti la location. “La cremazione – prosegue infatti la lettera – è una scelta etica che rispettiamo; ciò che ci preoccupa sono i crematori che sorgono contro la legge: cioè, a pochi metri dalle case, dalle attività commerciali e, soprattutto, dai luoghi frequentati dai bambini. C’è una ludoteca a 200 metri dal cimitero! Chi, come molti di noi, abita o lavora sulla Provinciale per Lenola, in via Ponte Gagliardo, in Via Sciobaco, ma anche in via Mola Santa Maria, in via Capodacqua o in via Del Laghetto, può comprendere le ragioni della nostra angoscia.”

Potenziale pericolo ambientale

Dopo la location, i cittadini si concentrano sul possibile pericolo ambientale che un crematorio andrebbe a creare. “Per quanto oggi gli impianti siano all’avanguardia, non esistono forni a impatto zero e sulle loro emissioni nell’aria la comunità scientifica resta prudente. Perché, allora, esporre i residenti a un potenziale pericolo ambientale? È un’opera davvero necessaria? E perché il sindaco Salvatore De Meo non ha sentito l’esigenza di coinvolgerci? Esistono, forse, fondani di serie A e fondani di serie B?”

Ma perché proprio Fondi?

Poi, il gruppo di cittadini cerca di rispondere a una domanda forse sottovalutata: perché proprio Fondi?Su una popolazione di quasi 40.000 abitanti – prosegue la lettera-, Fondi ha un tasso di mortalità dello 0,6%, con circa 330 decessi l’anno. Di questi solo una piccolissima parte sceglie la cremazione, rivolgendosi ai forni di Roma, di Civitavecchia, di Viterbo o presenti in altre Regioni, come la Campania. Che senso ha, allora, istallare un crematorio per poche decide di salme? Se anche tutti, ma proprio tutti, i nostri cari defunti fossero avviati alla cremazione, il numero sarebbe comunque insufficiente a sostenere i costi di un impianto, che deve incenerire migliaia di salme l’anno. Ciò spingerà il privato investitore a trasformare Fondi nel crematorio del Basso pontino.”

Turismo funebre?

“Insomma – conclude la lettera-, chi governa la città, con il un silenzio complice di politici e amministratori, anziché difendere la salute dei suoi cittadini, il commercio, le produzioni agricole e il turismo balneare, oggi in crisi, intende promuovere un turismo funebre che arricchirebbe solo un privato e i suoi difensori… d’ufficio.”

(Il Faro on line)