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Dipendenti in mobilità a Sperlonga, la minoranza attacca: “Procedura illegittima, Comune condannato”

1 marzo 2020 | 17:00
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Dipendenti in mobilità a Sperlonga, la minoranza attacca: “Procedura illegittima, Comune condannato”

Sperlonga cambia: “Invieremo tutti gli atti e la sentenza del giudice del lavoro alla Corte dei Conti.”

Sperlonga – Sembra arrivata la parola “fine” per la vicenda che vedeva protagonisti da una parte il Comune di Sperlonga e dall’altra 6 operai del settore ambiente messi in mobilità(leggi qui). Nei giorni scorsi, infatti, la sentenza del giudice del lavoro del Tribunale di Latina ha dichiarato l’illegittimità dell’operato dell’amministrazione, riconoscendo il diritto dei dipendenti comunali a essere pienamente reintegrati in pianta organica e condannato il Comune del Borgo a pagare 10mila euro per le spese di lite.

Sulla vicenda, intanto, è già intervenuta “Sperlonga cambia” che, in una nota, ha fatto sapere: “L’ottusa testardaggine dell’amministrazione comunale è costata anni di preoccupazioni a 5 dipendenti comunali e alle loro famiglie e decine di migliaia di euro ai cittadini di Sperlonga per pagare le parcelle degli avvocati. Ora, in aggiunta ai danni già causati sul piano sociale e economico, si aggiunge la condanna dell’Ente al pagamento delle spese di lite.”

E ancora: “La decisione del giudice del lavoro presso il Tribunale di Latina non ci coglie alla sprovvista. Sin dall’inizio di questa lunga battaglia amministrativa, politica e legale, il nostro gruppo consiliare ha sostenuto che la scelta del Comune di esternalizzare la gestione del servizio rifiuti e mettere in mobilità gli operai del settore ambiente fosse sbagliata e soprattutto illegittima.

Non sono servite, però, le interrogazioni al sindaco, le mozioni presentate in consiglio comunale e la convocazione di commissioni e tavoli tecnici alla presenza dei sindacati per convincere l’amministrazione del sindaco Cusani a tornare sui suoi passi e a interrompere la procedura di mobilità.”

Sperlonga cambia: “La nostra era una battaglia giusta”

“La sentenza del giudice del lavoro – proseguono dalla minoranza – conferma che quella portata avanti dal nostro gruppo consiliare era una battaglia giusta. Non solo. La sentenza che ha dichiarato l’illegittimità dell’operato dell’amministrazione, riconoscendo il diritto dei dipendenti comunali a essere pienamente reintegrati in pianta organica, è una vittoria anche per il paese e per l’intera collettività.

L’importanza del lavoro svolto dai dipendenti comunali per la cura della pulizia e del decoro urbano è emersa in tutta la sua evidenza quando, in seguito all’avvio della procedura di mobilità, le strade erano sporche e invase dai rifiuti e il paese irriconoscibile. Mentre il nostro gruppo consiliare si batteva a tutela della dignità dei lavoratori e dell’interesse del paese, il sindaco Cusani e la sua maggioranza sono andati avanti, spendendo decine di migliaia di euro di soldi pubblici e incuranti degli effetti devastanti che questa decisione avrebbe avuto sul piano economico e sociale.

La condanna da parte del Tribunale di Latina mette la maggioranza del sindaco Cusani di fronte alle sue responsabilità. Purtroppo, come sempre accade, saranno i cittadini a doverne pagare il conto.  Tutto questo non è accettabile. Non è accettabile che, mentre i servizi peggiorano e il paese arranca, i soldi pubblici vengano utilizzati per pagare le parcelle degli avvocati e per licenziare i dipendenti comunali, portando avanti battaglie legali il più delle volte infondate e pretestuose.

Per questa ragione – prosegue la nota – invieremo tutti gli atti e la sentenza del giudice del lavoro alla Corte dei Conti, convinti che chi ha il compito di amministrare un paese debba spiegare come vengono gestiti i soldi dei contribuenti. La vicenda che ha visto coinvolti i dipendenti del settore ambiente rappresenta una pagina buia nella storia politica recente del nostro paese ed è l’emblema di un modo di amministrare la cosa pubblica totalmente inefficiente e fallimentare.

La sentenza di condanna da parte del giudice del lavoro – conclude la nota – è solo l’ultimo dei risultati di una classe politica incapace, inadeguata e autoreferenziale, che rifiuta il confronto e ignora la realtà dei fatti, anche quando i fatti dicono  chiaramente che sta sbagliando.”

(Il Faro on line)