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Ladispoli, il Comitato Rifiuti Zero: “No allo stesso cestino per plastica e metallo”

2 marzo 2020 | 08:30
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Ladispoli, il Comitato Rifiuti Zero: “No allo stesso cestino per plastica e metallo”

“La non capienza del mastello costringerà i cittadini a lasciare sui marciapiedi sempre più buste di plastica”

Ladispoli – “Il Comitato Rifiuti Zero di Ladispoli – si legge in un comunicato diffuso dallo stesso – esprime preoccupazione per la nuova modalità di conferimento del metallo prevista a partire dal 1 marzo. Purtroppo la buona notizia della fine delle beghe legali con il precedente gestore, che comunque ringraziamo per l’impegno che ha dimostrato in questi anni, viene in parte offuscata dal comunicato con cui l’Amministrazione comunale informa i cittadini che, a partire dal 1 marzo, i metalli dovranno essere conferiti insieme alla plastica, ossia nel mastello giallo”.

“E’ fuor di dubbio come sia proprio il secchione della plastica quello che si riempie prima, spesso neanche è sufficiente a contenere tutti i rifiuti in plastica che purtroppo produciamo. Sapere adesso che lo stesso contenitore giallo dovrà accogliere anche lattine e metalli vari ci lascia perplessi. Abbiamo appreso che questa scelta non è stata una decisione dell’amministrazione o della nuova ditta, ma è la conseguenza della carenza di impianti specializzati nella separazione del rifiuto: pare che quei pochi ancora attivi nel Lazio chiedano il conferimento del vetro separato dai metalli, da qui la decisione”.

“Ora, se non è possibile conferire insieme vetro e metalli, è evidente che la non capienza del mastello della plastica costringerà i cittadini a lasciare sui marciapiedi sempre più buste di plastica, con il rischio che, alle prime folate di vento, queste si diffondano ulteriormente per la città. Per questo motivo chiediamo all’amministrazione comunale di valutare la possibilità di effettuare una doppia raccolta settimanale del mastello giallo, proprio per evitare la proliferazione di buste di plastica che, magari non ben sigillate o ancorate al terreno, rischiano di vagare per la città con il loro contenuto”, concludono.

(Il Faro online)