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Coronavirus e turismo, come le star internazionali possono “salvare” l’Italia

Da Will Smith a George Clooney, a Meryl Streep, ecco i volti che possono rilanciare il turismo ai tempi del coronavirus

Se è vero che la psicosi da coronavirus sta mettendo a serio rischio l’economia italiana, è altrettanto vero che va curata, al pari del virus originario. Per farlo bisogna trovare un antidoto, a livello di comunicazione internazionale, che non siano le mere rassicurazioni del nostro Governo. Non per mancanza di autorevolezza di quest’ultimo, ma perché l’impatto mediatico è piuttosto basso, soprattutto se riferito ad un pubblico internazionale.

Perché allora non utilizzare come “sponsor”, per campagne mediatiche pro-Belpaese, proprio quelle star internazionali che hanno scelto l’Italia come meta non solo di villeggiatura ma in alcuni casi come posto nel quale vivere?

Pensiamo a Sting, che nel 1990 è andato a vivere a Migliarino, in provincia di Pisa, per poi acquistare il Palagio, una villa nobiliare del XVI secolo, a Figline e Incisa Valdarno, a tre quarti d’ora da Firenze. O a Leonardo Di Caprio che ha scelto un attico a Verona con vista sull’Arena. O a George Clooney, proprietario di una villa sul Lago di Como.
E ancora: la rock-star Elton John, che ha acquistato casa nel 2005 nell’isola della Giudecca, a Venezia.

In provincia di Latina, a Sermoneta, l’attore Will Smith ha acquistato un podere; a nord della capitale, nella campagna della Giustiniana, invece, la stessa cosa ha fatto Orlando Bloom. Scendendo nello Stivale troviamo Meryl Streep, ha acquistato un’abitazione a Tricase, in Puglia. Il celeberrimo regista della saga di ″Star Wars″ George Lucas ha speso sei milioni di euro per acquistare un antico monastero a Passignano sul Trasimeno.

Chiamare queste star internazionali a confezionare uno spot sull’Italia, sulle sue bellezze ma soprattutto sulla serenità della vita nel Belpaese, potrebbe essere un’operazione mediatica interessante, utile forse più di tante rassicurazioni di virologi o politici. Almeno per il pubblico internazionale, s’intende, che però è il protagonista attivo del settore turistico.

Parlare al mondo, con la voce di questi big internazionali, diventa credibile per il fatto stesso che è universalmente conosciuta la loro vicinanza all’Italia; loro sanno come si vive da noi, conoscono le nostre abitudini e le nostre bellezze, e sono credibili nel raccontarle, soprattutto in momenti di crisi come questo.

Anche questi nomi internazionali, in fondo, sono “patrimonio italiano”, perché figli di una scelta d’amore verso la nostra terra. E’ il momento di farli partecipi di una battaglia di cultura, non tanto contro il virus ma contro la psicosi che si porta dietro.