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Ostia, demolizione stabilimento Arca Oda. Virginia Raggi: “Era abusivo”

4 marzo 2020 | 10:41
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Ruspe in azione per l’abbattimento dell’ennesimo chiosco sulle spiagge libere. Le dichiarazioni di Virginia Raggi

Ostia – Il via alle ruspe l’ha dato Virginia Raggi, sindaca di Roma. Si demolisce lo stabilimento Arca Oda, in piazzale Amerigo Vespucci, già impiegato come colonia marina e ricovero per emergenza freddo.

Abbandonato da tre anni dall’Opera Diocesana Oda, l’impianto è diventato nel tempo residenza di sbandati e teatro anche di atti di violenza.

Le ruspe all’opera presso l’Arca Oda

Alla richiesta del perché l’amministrazione non abbia considerato un riuso della struttura, la sindaca ha risposto che si tratta di un immobile abusivo. Saranno mantenute solo le tettoie che si trovano di fronte alla battigia. Contestazioni sono arrivate dalle opposizioni, in particolare dal Pd e dall’associazione Mare libero.

L’intervento costerà al Comune di Roma 130mila euro.

LA STORIA DI QUELLA SPIAGGIA

In una nota il X Municipio spiega che si tratta di “un’area demaniale marittima in un primo momento data in concessione alla ex Colonia Marina da ricondurre agli anni ’50. Da quel momento è stato un susseguirsi di concessioni, di provvedimenti che alla fine degli anni ’60 facevano riferimento alla cosiddetta “legge ponte”. E poi ancora alla fine degli anni ’70 arriva una concessione edilizia con la quale si stabiliva la realizzazione di manufatti in legno amovibili. Così non è stato e nel tempo l’abusivismo l’ha fatta da padrone.

Un’altalena di decisioni fino ad arrivare all’abbandono totale della spiaggia diventata una baraccopoli dove trovarono rifugio oltre 40 sbandati. La scorsa estate la spiaggia era stata interdetta alla pubblica fruizione perché pericolosa. L’ultimo episodio, l’incendio lo scorso 23 dicembre. E dopo un lungo iter politico-amministrativo a seguito della non legittimità di permessi per costruire in sanatoria, ecco l’abbattimento e la restituzione ai cittadini di una spiaggia libera.

Le uniche strutture inamovibili che resteranno in piedi sono gli ombrai perché realizzate con titolo abilitativo nel 1956“.