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Né serpenti né pangolini, c’è il pipistrello all’inizio del coronavirus

5 marzo 2020 | 18:59
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Né serpenti né pangolini, c’è il pipistrello all’inizio del coronavirus

Una ricerca messa a segno dal team dell’Università Campus Bio-Medico di Roma chiarisce la genesi della pandemia

Roma – Tutto è nato nei ‘wet market’ cinesi: il virus sarebbe passato tramite il sangue e dopo la macellazione degli animali vivi sarebbe andato in circolo. La ricerca,
messa a segno dal team dell’Università Campus Bio-Medico di Roma, guidato dal professor Massimo Ciccozzi, ha ricostruito la mutazione genetica che ha permesso al nuovo coronavirus, che si è sviluppato in Cina, di infettare anche l’uomo. A trasmetterlo è stato il pipistrello, senza altri ospiti intermedi.

Massimo Ciccozzi

Massimo Ciccozzi

“L’ipotesi che facciamo noi – sottolinea Ciccozzi all’Adnkronos – è che sia accaduto tutto nei ‘wet market’ cinesi di Wuhan, i mercati umidi. Mercati dove si vendono animali vivi”. “In certi luoghi – osserva – non c’è la corrente elettrica, non ci sono frigoriferi. Per questo gli animali devono essere venduti vivi. E poi vengono macellati”.

“In questo modo le mani si imbrattano di sangue. Quindi, probabilmente questo virus – spiega – è passato all’uomo tramite il sangue e poi è andato in circolo. Ha riconosciuto le cellule con il recettore, come una serratura, è entrato e ha innescato l’epidemia: questa è l’ipotesi. Prima dall’animale all’uomo attraverso le mani e poi la trasmissione è avvenuta per via respiratoria, umana, tramite fluidi, colpi di tosse, starnuti. Come avviene per una normale influenza”.

La mutazione del “salto di specie” è avvenuta sulle cosiddette spike o spicole, strutture proteiche sulla superficie del patogeno che permettono la penetrazione nelle cellule, e si sarebbe verificata prima di Natale.

Una ricerca preziosa, fatta a tempo di record dalla squadra di Ciccozzi e in particolare dal più giovane dei suoi componenti, Domenico Benvenuto, studente del VI di Medicina e chirurgia e primo firmatario della ricerca che ha identificato la mutazione e contribuirà a comprendere in che modo si muove l’epidemia e a lavorare a un vaccino efficace.

“Il coronavirus – afferma Ciccozzi – è un virus animale, fa parte del pipistrello. Sta nel pipistrello e anche in tanti altri animali. Il virus – spiega – prova a fare delle mutazioni, poi per caso fa una mutazione che gli permette di fare il salto di specie. Una mutazione che va a riconoscere i recettori particolari sulla cellula respiratoria”.

laboratorio analisiSul Pangolino additato in precedenza come responsabile della trasmissione del virus all’uomo dal pipistrello, l’esperto chiarisce che “sì, in due lavori, li ho refertati io, si diceva che il virus sarebbe passato dal pipistrello al pangolino e da quest’ultimo all’uomo. Pubblicheremo a giorni uno studio che farà capire che invece
il pangolino non c’entra niente. Come non c’entra niente il serpente”.

E sulla mutazione del virus Ciccozzi avverte: “Questo virus muta in continuazione. Paragono il coronavirus alla Sars. Non possiamo paragonarlo a un virus influenzale. Il coronavirus fa una mutazione ogni mille basi nucleoditiche. Quello della Sars del 2002- 2003 ne faceva una ogni 10 mila. Quindi è molto veloce”.

“Questo – chiarisce – ci ha portato a considerare perché ha questa velocità” di trasmissione. “Il coronavirus nell’80%  dei casi nel suo genoma è più o meno uguale a quello della Sars del  2002 – 2003. Abbiamo però individuato altre due mutazioni  interessanti: una stabilizza, l’altra destabilizza. Una fa capire a  noi quanto il virus è estremamente più contagioso rispetto alla Sars.  L’altra ci fa capire quanto sia meno letale. Quindi fa più casi. Ma è  meno pericoloso – sottolinea – Almeno tre volte meno pericoloso della  Sars”.

Per orientarci tra le,pieghe delle parole del prof. Ciccozzi, ci viene il soccorso il sito del Ministero della Salute, che risponde ad alcune domande.

Che cos’è un Coronavirus?

I Coronavirus sono una vasta famiglia di virus noti per causare malattie che vanno dal comune raffreddore a malattie più gravi come la Sindrome respiratoria mediorientale (MERS) e la Sindrome respiratoria acuta grave (SARS).

Che cos’è un nuovo Coronavirus?

Un nuovo Coronavirus (nCoV) è un nuovo ceppo di coronavirus che non è stato precedentemente mai identificato nell’uomo. In particolare quello denominato SARS-CoV-2 (precedentemente 2019-nCoV), non è mai stato identificato prima di essere segnalato a Wuhan, Cina, a dicembre 2019.

Cosa è il SARS-Cov-2?

Il virus che causa l’attuale epidemia di coronavirus è stato chiamato “Sindrome respiratoria acuta grave coronavirus 2” (SARS-CoV-2). Lo ha comunicato l’International Committee on Taxonomy of Viruses(ICTV) che si occupa della designazione e della denominazione dei virus (ovvero specie, genere, famiglia, ecc.). A indicare il nome un gruppo di esperti appositamente incaricati di studiare il nuovo ceppo di coronavirus. Secondo questo pool di scienziati il nuovo coronavirus è fratello di quello che ha provocato la Sars (SARS-CoVs), da qui il nome scelto di SARS-CoV-2.

Cosa è la COVID-19?

La malattia provocata dal nuovo Coronavirus ha un nome: “COVID-19” (dove “CO” sta per corona, “VI” per virus, “D” per disease e “19” indica l’anno in cui si è manifestata). Lo ha annunciato, l’11 febbraio 2020, nel briefing con la stampa durante una pausa del Forum straordinario dedicato al virus, il Direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus.

Il nuovo Coronavirus è lo stesso della SARS?

No. il nuovo Coronavirus (ora denominato SARS-CoV-2 e già denominato 2019-nCoV) appartiene alla stessa famiglia di virus della Sindrome Respiratoria Acuta Grave (SARS) ma non è lo stesso virus.

Il nuovo Coronavirus, responsabile della malattia respiratoria ora denominata COVID-19, è strettamente correlato al SARS-CoV e si classifica geneticamente all’interno del sottogenere Betacoronavirus Sarbecovirus.