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Ladispoli, il preside Agresti: “Il Covid-19 non è un gioco per gli insegnanti”

"Qualche anno fa saremmo stati tutti impotenti, invece oggi l’elettronica permette di fare cose incredibili"

Ladispoli – “‘Dopo Natale, Pasqua, estate e Capodanno, ecco ora il Covid-19 a far fare altre vacanze ai docenti!’: no, non è affatto così. Non avrei necessità di affermarlo, perché in qualità di dirigente scolastico queste assurde frasi non mi toccano. Ma io che osservo i docenti della scuola che dirigo, mi indigno davanti a tanta diffamazione di persone che, per uno stipendio non commisurato al percorso, alla preparazione e alle responsabilità di cui quotidianamente sono investiti, donano la propria vita e la loro professionalità per la crescita culturale di figli altrui nella speranza che la diffusione della cultura non generi i mostri che, seduti al proprio divano, insultano il prossimo senza conoscere e senza sapere”, si legge in una nota diffusa da Riccardo Agresti, dirigente scolastico dell’Istituto Corrado Melone di Ladispoli.

“Il Dpcm del 4 marzo 2020 non obbliga i docenti a lavorare per forza, né impone alcuno sforzo per quello che riporta solo come consiglio: utilizzare i mezzi elettronici per fare didattica a distanza pur non avendo dotato nessuno dei mezzi né della preparazione per farlo. D’altronde i docenti sono ‘boomers’ con una preparazione informatica che solo in questi ultimi anni sta migliorando. Né io, come dirigente, ho obbligato nessuno a predisporre didattica online. Eppure la loro professionalità, la loro deontologia e la loro passione per l’insegnamento li hanno spinti ad attivarsi immediatamente per non abbandonare a se stessi i bambini ed i ragazzi affidatici. Non nascondo il piacere con cui ho visto subito, già da mercoledì pomeriggio, quando ancora la chiusura era solo una ipotesi, docenti che mi hanno contattato per chiedermi l’autorizzazione a potersi attivare in tal senso. Conoscendoli ne avevo in realtà la certezza, a dimostrazione che se la Melone è una eccellenza, il merito è solo della loro passione“.

“Incredibile – spiega – è stato osservare come non solo i docenti più giovani, ma anche chi il prossimo anno andrà in pensione, si è attivato per cercare modalità di insegnamento online. È encomiabile la responsabilità di tutti coloro i quali si sono immediatamente resi conto del danno che una pausa, proprio in questo momento dell’anno scolastico, possa arrecare al lavoro svolto. Ovviamente so bene che c’è anche chi venga a scuola solo per ritirare lo stipendio che percepisce e qualcuno ha avuto anche la faccia tosta di chiarirmi che per quei quattro soldi è anche troppo se viene a scuola, ma tralascio ciò che ne penso, al di là del danno di immagine di quanti (e sono la stragrande maggioranza nella scuola) ci crede e ci mette il cuore. Tutti gli altri non vogliono percepire lo stipendio senza far nulla e vogliono aiutare questi ragazzi che sentiamo un po’ come nostri figli”.

Qualche anno fa saremmo stati tutti impotenti, invece oggi l’elettronica permette di fare cose incredibili con minima fatica. Immediatamente questi lavoratori, la cui professione è ovviamente denigrata dagli ignoranti, hanno contattato i genitori, coordinandosi con loro tramite il proprio cellulare ed il registro elettronico (che lavora sul cloud ed è quindi accessibile da dovunque, anche da casa) inviando materiali multimediali (file testo, video e audio) di approfondimento o di recupero, assegnando letture (per chi sia fermo in casa) ed osservazioni del territorio (per chi sia libero di muoversi), invitando a vedere filmati su youtube e stilare relazioni da inviare per la correzione. Si è utilizzata anche l’arma ‘letale’ per eccellenza usata dai denigratori, dai diffamatori e dalle mamme: il terribile WhatsApp che magari, per la prima volta, rischierà di essere usato decentemente, cioè per trasmettere in tempo reale informazioni e non insulti”.

“Sebbene – continua Agresti – personalmente io abbia annullato tutte le riunioni di tutti gli organi collegiali, mi è stato chiesto di organizzare una videoconferenza per permettere a tutti di confrontarsi. Grazie alla piattaforma di Cisco system, tutti i docenti erano ‘presenti’, ovvero tutti erano in collegamento audio/video contemporaneo per ascoltare le direttive e condividere le modalità di docenza on line e se alla primaria risulterà difficile, praticamente tutti i docenti organizzeranno lezioni in classe, ma a distanza. I docenti possono entrare a scuola in ogni momento e possono altresì prelevare materiali da consegnare alle mamme tramite rappresentante di classe. Nessun estraneo è autorizzato ad entrare a scuola. Per le sole emergenze è possibile telefonare in segreteria e chiedere l’accesso all’ufficio, ma solo per motivazioni serie ed improrogabili. Il personale collaboratore scolastico sarà impegnato in pulizia a fondo e disinfettazione di tutti i locali grazie ai materiali messi a disposizione dall’Amministrazione comunale”.

“Ecco: approfittiamo di questa sosta forzata, non per stare con le mani in mano, ma per operare così come stanno facendo gli altri lavoratori della nostra scuola che si stanno rimboccando le maniche per disinfettare e ripulire fondo le aule che ci riaccoglieranno al rientro”, conclude Riccardo Agresti.

(Il Faro online)