Seguici su

Cerca nel sito

I pendolari del sud pontino: “L’orario d’emergenza di Trenitalia impedisce ai lavoratori dei servizi essenziali di recarsi al lavoro”

I pendolari: "L'assessore Alessandri non ha ben valutato e ponderato gli effetti di questa riduzione di orario che non tiene conto delle esigenze dell'utenza."

Più informazioni su

Minturno – L’applicazione del nuovo orario d’emergenza che Trenitalia ha concordato con la Regione Lazio impedisce ai lavoratori dei servizi essenziali di recarsi al lavoro. “Comprendiamo il momento di emergenza dovuto alla diffusione del Coronavirus – fanno sapere infatti, in una nota, i pendolari del sud pontino – ma non risulta assolutamente chiara la questione dell’applicazione dell’orario festivo a partire dal 16 marzo.”

E ancora: “Non è vero che sia stato applicato l’orario festivo bensì un orario specifico che non tiene conto delle problematiche di tutti quei lavoratori che sono, nonostante il blocco delle attività, ancora al lavoro perché impegnati in fabbriche e soprattutto servizi pubblici essenziali e non ultimi lavoratori della sanità e forze dell’ordine, che debbono raggiungere Roma e le stazioni intermedie ogni giorno e ogni giorno debbono ritornare alle proprie abitazioni.

Ci sono buchi enormi ed in particolare – prosegue la nota – la stazione di Minturno Scauri non è raggiungibile al ritorno nel pomeriggio con un buco orario dalle 14.53 alle 19.56 ultimo treno utile, mentre verso Roma c’è un buco dalle ore 11.38 alle ore 20.38. Minturno serve un bacino di utenza molto ampio di lavoratori dei servizi essenziali che debbono recarsi sul posto di lavoro. L’assessore Mauro Alessandri è evidente che non ha ben valutato e ponderato gli effetti di questa riduzione di orario che non tiene conto delle esigenze dell’utenza.

Sarebbe bastato – concludono dall’associazione pendolari della stazione di Minturno – solo una maggiore vicinanza alla utenza e alle istanze di questa per evitare errori cosi madornali. Ricordiamo che questi pendolari, costretti a viaggiare a rischio della propria salute e che non possono restare a casa, in questo momento sono quelli che devono assicurare la presenza negli ospedali, negli aeroporti, per ragioni di pubblica sicurezza sanità e settore alimentare.”

(Il Faro on line)

Più informazioni su