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Coronavirus, Confcommercio Lazio sud: “Decreto Cura Italia primo passo, ma da solo non è sufficiente”

Acampora: "Il Decreto nella sua formulazione rappresenta una "goccia in un oceano”. Occorre fare di più, molto di più!"

Latina e provincia – Il Decreto Cura Italia è un primo passo, ma da solo non sarà sufficiente a risanare l’emergenza economica che vivrà l’Italia dopo il Coronavirus. È questo il pensiero del presidente di Confcommercio Lazio sud, Giovanni Acampora.

“In questi giorni carichi di avvenimenti e di tensioni – fa sapere Acampora in una nota – si stanno prendendo decisioni che hanno un forte impatto sul nostro quotidiano economico e politico e che mettono alla prova il sistema della politica italiano. La politica in questi giorni concitati sembra aver lasciato il posto ad un apparato
burocratico che ha lasciato più spazio a soluzioni considerate «tecnicamente necessarie» che a scelte “politicamente doverose”.”

E secondo Acampora il decreto “Cura Italia”, figlio di una lunga gestazione che solo ieri è terminata con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, non è che la prova lampante di quanto sta accadendo.

“In una situazione di Emergenza dove oltre il nostro sistema sanitario è prossimo al collasso e dove migliaia di imprese lo sono già, ci si aspettavano provvedimenti chiari, semplici, immediati e di equità sociale. Occorre fare di più, molto di più!

Poi Acampora prosegue: “Il Decreto nella sua formulazione rappresenta una “goccia in un oceano”. Le imprese si aspettavano e si aspettano interventi che rispondano essenzialmente a tre criteri: immediatezza nel disporre degli aiuti; chiarezza delle informazioni; facilità di accesso.

Le misure adottate  offrono una prima, ma certo non sufficiente risposta alle istanze formulate dalla Confederazione al Governo in queste settimane – conclude Acampora – si articolano su quattro assi tematici e altre misure settoriali:  finanziamento e altre misure per il potenziamento dei Sistema sanitario nazionale, della Protezione civile e degli altri soggetti pubblici impegnati sul fronte dell’emergenza (per circa tre miliardi e mezzo); sostegno ad occupazione e lavoratori per la difesa del lavoro e del reddito (per circa 10 miliardi); supporto al credito per famiglie e micro, piccole e medie imprese, tramite il sistema bancario e l’utilizzo del Fondo centrale di garanzia;  sospensione degli obblighi di versamento per tributi e contributi e premi ai dipendenti che restano in servizio.”

(Il Faro on line)