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Roma, tesi di laurea ai tempi del coronavirus: cronache dal salotto di casa

19 marzo 2020 | 18:36
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Roma, tesi di laurea ai tempi del coronavirus: cronache dal salotto di casa

Laurearsi dal salotto: il racconto di chi ha affrontato per primo questa esperienza storica nel nostro Paese imposta dal distanziamento sociale anti-coronavirus

Roma – In epoca di lotta al coronavirus, laurearsi da casa è un’emozione nuova, inedita, diversamente emozionante dell’esperienza classica ma ugualmente soddisfacente. Per questo abbiamo deciso di farcelo raccontare da chi tra i primi segna questa svolta epocale.

Chissà quante volte i nostri studenti hanno immaginato il loro  colloquio di Laurea, con l’immagine, quella tradizionale, di una Commissione di docenti da affrontare e convincere de visu. Da qualche giorno tutto questo è cambiato, e abbiamo chiesto proprio ai diretti interessati com’è stato, affrontare il più importante colloquio della carriera universitaria per via telematica.

A Cecilia De Vecchis, una giovane dottoressa romana che si è laureata di fresco proprio ieri, chiediamo di raccontarci questa esperienza storica, non solo perché era la sua seduta di Laurea, ma anche perché lei è stata tra le prime in Italia ad affrontarla via Skype. “Ho immaginato moltissime volte il giorno in cui mi sarei laureata, nell’Aula Magna della mia università, indossando un vestito comprato per l’occasione – ci racconta la neo-dottoressa – pensando ad una sala piena dei miei parenti e amici, ed io seduta di fronte alla commissione. Ma purtroppo o per fortuna, non è andata così. Il mio colloquio di laurea l’ho affrontato nel salone di casa mia, con i miei genitori sul divano e i miei fratelli seduti sul tappeto.”

Cecilia De Vecchis in festa dopo la tesi di laurea felicemente sostenuta online

All’inizio – prosegue –  pensavo che affrontare il colloquio più importante della mia carriera universitaria davanti a un computer, avrebbe cambiato qualcosa, ma in realtà l’emozione è stata la stessa, ed ammette – sicuramente ai più timidi come me, ha giovato questa soluzione.” Grazie alla piattaforma Microsoft Teams, per tutti i laureandi che hanno sperimentato e stanno sperimentando questa procedura anti-contagio, è stato possibile interagire con la commissione e mostrare, come nel caso di Cecilia, il PowerPoint preparato per esporre la sua tesi. “È stato così che noi studenti dell’Università degli Studi di Roma Tre, abbiamo discusso la tesi. Così che sono diventata Dottoressa in Storia e Conservazione del Patrimonio Artistico e Archeologico.” Alla fine della telefonata, ci confida: “ho indossato una giacca sì, ma il resto dell’abbigliamento meno visibile era, lo ammetto, decisamente casalingo.”

Di diverso parere è Barbara Furnari, laureata in Sociologia ieri, anche lei all’Università degli Studi Roma Tre, con una tesi sulla virtualità e la tecnologia nell’epoca della globalizzazione, e in particolare sul modo in cui gli strumenti da sempre, e ancora di più oggi che quasi ci sommergono, influiscono sull’essere umano. “Sicuramente quando ho saputo di dover discutere online la tesi, non sono stata contenta – risponde Barbara alla nostra domanda su come si sia trovata ad interagire con questo filtro in un momento così importante – E’ un momento veramente speciale e credo che parte della felicità di raggiungere questo traguardo, sia nel poterlo condividere con le persone a cui vuoi bene. Però – aggiunge concretamente – vista la situazione in cui ci troviamo e la sua gravità, è più importante collaborare per limitare i danni di tutta questa drammatica situazione.”

La neo-laureata Barbara Furnari dopo la discussione della tesi

I miei amici più stretti sono riusciti a partecipare, con una videochiamata che gestiva mio padre. E’ stato quindi un po’ come se fossero presenti”. “Per quanto riguarda la discussione vera e propria – aggiunge Barbara – ci sono stati alcuni problemi di connessione iniziale e ci è voluto un po’ di tempo prima di iniziare. Non vedevo e non sentivo bene a causa di varie interferenze, e tutto questo ha rappresentato e procurato una notevole distrazione. Non sono riuscita a discutere tutta la presentazione, nella necessità di accorciare i tempi e mi è mancato il contesto vero e proprio. L’emozione comunque c’era, ma – conclude con una nota positiva – la casa può essere una comfort zone in cui sentirsi più a proprio agio.”

Sono felice ugualmente di aver concluso questo percorso, e del fatto che la mia Università, si organizzerà in seguito per fare una grande festa di proclamazione per tutti coloro che hanno discusso online e mi sembra un’ottima iniziativa.”