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“Se non mi paghi ti uccido”, arrestato 49enne per tentata estorsione verso un operatore del Mof di Fondi

25 marzo 2020 | 17:33
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“Se non mi paghi ti uccido”, arrestato 49enne per tentata estorsione verso un operatore del Mof di Fondi

Il 49enne è stato condotto presso il Carcere di Latina, come disposto dal gip.

Fondi – Questa mattina è stato arrestato il 49enne ritenuto responsabile di tentata estorsione continuata ai danni di un procacciatore d’affari di prodotti ortofrutticoli, operante al Mof di Fondi.

Adesso, dopo una complessa ed articolata attività investigativa, il 49enne è stato condotto presso il Carcere di Latina, secondo l’ordinanza di custodia cautelare in carcere, disposta dal gip del Tribunale di Latina, dottoressa Castriota.

Le intimidazioni

La misura restrittiva è stata adottata al termine di una serie di episodi, tra i quali si segnala il tentativo da parte di una incaricata dell’arrestato di impossessarsi di una intera pedana di ortaggi individuata, unilateralmente, come acconto per una precedente transazione commerciale per il valore di € 35.000.

Si sono quindi registrate una serie di intimidazioni, personali ovvero anche attraverso l’utilizzo dei social network, con messaggi (scritti, audio e video) del tipo se non paghi mi prendo un pezzettino piccolo di orecchio, ok?, arrivando sino a minacce gravi quali se non mi paghi ti uccido!! … vengo fino a casa tua e ti stacco la testa … ti scanno come un porco.

Gli atti intimidatori sono poi continuati con il danneggiamento della vettura di proprietà della malcapitata vittimache, stanca delle continue minacce e vessazioni, ha deciso di rivolgersi agli investigatori del Commissariato Distaccato di P.S. di Fondi, sebbene terrorizzato dal suo aguzzino. Gli elementi raccolti nel corso delle indagini sono stati pienamente condivisi dall’Autorità Giudiziaria, che ha disposto la misura cautelare della custodia in carcere eseguita nella giornata di ieri.

Durante l’esecuzione della misura, gli uomini del Commissariato di Fondi, hanno rinvenuto, occultata nel vano ruota di scorta dell’autovettura in uso all’arrestato, una grossa mazza di legno con un manico improvvisato da nastro adesivo di colore nero, debitamente sequestrata che aggiunge ulteriori elementi alle ipotesi formulate.

Per dovere di cronaca, e a tutela di chi è indagato, ricordiamo che un’accusa non equivale a una condanna, che le prove di formano in Tribunale e che l’ordinamento giudiziario italiano prevede comunque tre gradi di giudizio.

(Il Faro on line)