“Io resto a casa” diventa un messaggio musicale di unione e di speranza
Maurizio Martinelli, un cantautore che ha espresso i suoi sentimenti con una canzone, in questo momento di sofferenza per tutti
di: GIULIA GOGIALI
Musica – “Io resto a casa”: è questo lo slogan che circonda l’Italia in questo periodo di emergenza sanitaria causata dal coronavirus. I cittadini italiani cercano in tutti i modi di superare con positività questo momento attraverso iniziative, arte e musica. Tra questi c’è anche Maurizio Martinelli, conduttore e ideatore di “Container”, un programma radiofonico in onda su Radio Italia Anni 60 Roma.
Martinelli, oltre ad essere conduttore, è anche un cantautore ed è proprio tramite la musica che ha espresso i suoi sentimenti, scrivendo una canzone riguardo alla situazione che il coronavirus ha provocato in tutto il mondo.
“Io resto a casa non è solo uno slogan, è anche una mia canzone. Il momento è difficile per tutti, ora più che mai restiamo uniti”. Lo dichiara Martinelli sui social, dove i suoi followers e quelli di Radio Italian Anni 60 hanno reso possibile la realizzazione del video della canzone inviando centinaia di foto personali, alcune delle quali scattate durante la quarantena, per lanciare un messaggio di unione e di speranza.
Di seguito il testo della canzone “Io resto a casa” di Maurizio Martinelli:
Il mondo si è fermato, anche il tic tac è silenzioso
Sento a malapena il cuore che batte affaticato
anche il silenzio è qui, seduto ad aspettare
a vedersi questo film surreale
l’allarme pone il presidente
siamo tutti quel paziente
stavolta è reale
qui non è finzione, nulla di virtuale
è la nazione, la situazione
state calmi, non è il momento di agitarsi
non scrivete di complotti, questa è una cosa seria
basta guardarsi attorno, strade vuote attraverso il nulla
cani randagi, padroni del mondo
è tempo di meditare, di non lasciarsi andare, ma di abbracciare
chi ti è accanto da una vita, che ora respira la tua aria dentro quattro mura
dannata paura
passerà, figlia, anche questa tempesta
tu appoggia la testa sulla mia spalla
passerà, figlia, questa Italia ferita, sarà un brutto ricordo
torneremo a cantare
(Il Faro online)