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Coronavirus, Alitalia chiede la cassa integrazione per altri 2.900 dipendenti

27 marzo 2020 | 11:29
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Coronavirus, Alitalia chiede la cassa integrazione per altri 2.900 dipendenti

Il ministro Patuanelli: “Tutte le compagnie aeree sono in difficoltà, tutte stanno stanno chiedendo l’intervento dello Stato”

Roma – Alitalia si appresta ad integrare la nuova cassa integrazione straordinaria fino al 31 ottobre chiedendo di aggiungere altri 2.900 dipendenti ai 3.960 già richiesti, per far fronte all’emergenza coronavirus. Si tratta di 2.700 dipendenti aggiuntivi per Alitalia e altri 200 per Cityliner (finora non coinvolta dalla cigs). Con questa nuova richiesta il totale dei dipendenti per cui è chiesta la cigs sale a 6.860.

“Con la crisi del settore del trasporto aereo, messo in ginocchio dal coronavirus, Alitalia potrà partire dallo stesso livello delle altre compagnie e crescere”. Lo ha sottolineato il ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli, a Zapping su Radio Uno. “La debolezza delle altre compagnie consentirà ad Alitalia di partire dallo stesso livello delle altre. Tutte sono in difficoltà, tutte stanno stanno chiedendo l’intervento dello Stato – ha spiegato -. Grandi giganti inimmaginabili da raggiungere partiranno dallo stesso punto di Alitalia e quando si riaprirà il mercato Alitalia potrà crescere. Partiamo da un mercato fermo ma fermo per tutti”.

USAerospace Partners conferma di aver espresso interesse per Alitalia in lotto unico“. Lo si legge in una nota del gruppo americano, in cui si precisa che la presidente Michele Roosevelt Edwards è autorizzata, se necessario, a contrarre linee di finanziamento con un importante istituto statunitense fino a un miliardo e mezzo di dollari. USAerospace Partners ribadisce, infine, di essere pronta a verificare con il sistema Italia ogni collaborazione utile a rendere di nuovo grande l’Alitalia. USAerospace Partners conferma l’interesse per Alitalia con la volontà di renderla di nuovo grande.

Il gruppo americano fondato nel 2002 a Burleson in Texas, conta oggi sei sedi operative negli Stati Uniti d’America ed è presente in cinque Paesi, fra cui Austria ed Islanda in Europa. Ha un net value di 386 milioni di euro. USAerospace Partners guarda ad un “rilancio forte e duraturo” della compagnia italiana “nello scenario globale, nella convinzione che al suo interno ci siano tutte le competenze necessarie per il rilancio”, si legge nella nota. Dagli Stati Uniti fanno inoltre sapere che la volontà di USAerospace Partners, che ha già le linee di un piano strategico, è di fare una compagnia basata sull’italianità, sui made in Italy, con hub a Fiumicino, per farla diventare una grande compagnia e non un follower di un mercato.

(fonte Ansa)