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San Felice chiude le “frontiere” con Terracina, Casabona: “Decisione violenta e inutile”

Casabona: "Creare ostacoli e difficoltà alle persone già duramente provate da questa emergenza non mi sembra una cosa giusta."

San Felice Circeo e Terracina – L’emergenza Coronavirus rischia anche di inasprire i rapporti tra i vari Enti. In particolare, ieri il Comune di San Felice Circeo, sulla scia di Gaeta, ha deciso di chiudere i propri “confini”, vietando l’accesso a chi arriva da Terracina (leggi qui).

Una notizia che, come c’era da aspettarsi, l’amministrazione terracinese non ha preso proprio benissimo, tant’è che, con carta e penna alla mano, il consigliere comunale Maurizio Casabona ha deciso di rivolgersi, con una lettera aperta, direttamente a Giuseppe Schiboni, sindaco di San Felice Circeo.

Casabona: “Decisione violenta e inutile”

Di seguito riportiamo integralmente quanto contenuto nella lettera: “Gentile sindaco, caro Pino, permettimi di esprimere tutto il mio sconcerto per quei “new jersey” che ho appena visto sbarrare la strada tra Terracina e San Felice. Sarà perché mi hanno ricordato un’altra immagine che mi ha colpito in questi giorni: quella dei massi fatti rotolare sulle strade dal governo della Slovenia per bloccare l’accesso agli italiani. Sarà perché ho sofferto tanto e ancora soffro per la demolizione del ponte provinciale che ha spezzato il collegamento principale tra Terracina e San Felice Circeo. Sarà perché mi sento anche io spezzato in due, dato che casa mia si trova per pochi metri nel comune di Terracina, mentre la mia attività si trova per pochi metri nel comune di San Felice.

Sarà per tutto questo – prosegue Casabono – che la tua decisione di sbarrare la strada che collega le nostre comunità cittadine mi è apparsa violenta e inutile. Violenta, perché credo che ogni sindaco debba procedere secondo i decreti statali e pertanto che i residenti dei comuni limitrofi possano entrare nei comuni più vicini alla propria residenza, ovvio compilando la autocertificazione con le giuste motivazioni.

Come saprai, vi sono residenti di Terracina che hanno nel territorio di San Felice le proprie aziende, oltre a tutti i servizi primari: banca, farmacia, supermercati, posta, e distributori di carburante. Per non parlare delle difficoltà che quei new jersey creano a tutti i mezzi che trasportano beni di prima necessità.

Aggiungo che mi sembra anche una misura inutile. Ritengo giusto – conclude Casabona – mettere delle pattuglie della polizia locale a controllare gli ingressi, in modo da filtrare solo chi ha diritto ad entrare a San Felice. Lo ha fatto anche il sindaco di Terracina, giustamente. Ma è totalmente un’altra cosa rispetto allo sbarramento della strada. Ritengo proprio in questo momento particolare della nostra vita che dobbiamo essere comunità unita e non disgregata, anche se a cavallo tra due comuni. Creare ostacoli e difficoltà alle persone già duramente provate da questa emergenza non mi sembra una cosa giusta.”

(Il Faro on line)