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Coronavirus: come gestire il rapporto di coppia affinché tutto il resto vada bene

29 marzo 2020 | 08:15
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Coronavirus: come gestire il rapporto di coppia affinché tutto il resto vada bene

Stiamo vivendo un periodo ad alta carica emotiva, con una notevole dose di stress che dobbiamo imparare a gestire. I consigli dell’esperto

di: EDI ROSHROSH

A causa del coronavirus, per tutelarci, siamo stati costretti ad entrare in quarantena, ad isolarci quasi completamente dal mondo esterno, dai nostri affetti. Molti di noi sono coppie che non hanno mai passato le 24 ore sempre insieme, e ci troviamo a dover stare chiusi per settimane nello stesso spazio fisico.

Alcune sono coppie con figli, altri sono copie senza figli, altri ancora sono famiglie composte da più individui o anche con persone anziane al seguito. Non tutte le famiglie vivono nello stesso spazio fisico, alcune vivono in una casa privata, altri in un condominio al quinto piano, e altre ancora in aperta campagna.

Ciò che è importante è come viene gestito il rapporto della coppia genitoriale affinché tutto il resto vada bene. Stiamo vivendo un periodo ad alta carica emotiva, con un notevole dose di stress che dobbiamo imparare a gestire.

Uno dei problemi principali nella copia è la critica, ed è presente in tanti sistemi relazionali. La critica può essere diretta, come quando uno dice all’altro cosa deve pensare o come deve fare, ma può essere anche mascherata, quando è accompagnata da un linguaggio del corpo evitante, quando si fanno domande superficiali o quando si fanno allusioni dirette e indirette.

In ogni caso, la persona che viene criticata ha la sensazione di non saper fare le cose come si deve, che non si può fare affidamento su di lei e che tutto ciò che fa non è apprezzato. Quindi, ciò che dobbiamo fare in questo momento è azzerare tutto, aggiustare il tiro e cercare di trovare il modo giusto per comunicare in una maniera efficace, per poter gestire al meglio questa situazione.

D’altronde abbiamo scelto di stare in coppia per stare bene, per sentirci bene, sentirci amati e apprezzati. Non lo abbiamo fatto per farci educare, o per farci dire cosa dobbiamo fare, o per farci cambiare, o ancora per sentirci dire che non sappiamo ciò che è bene per noi. Tutti vogliamo stare in un ambiente sereno che vede il bello che c’è in noi e che apprezza i nostri sforzi. Quindi la critica, anche se se fatta in buona fede, non è mai una cosa bella.

Tutta la nostra attenzione in questo momento è concentrata sulla sopravvivenza, su come mandare avanti la famiglia, su come proteggere i nostri figli dagli effetti negativi della privazione quasi totale, a causa del forzato isolamento. Ecco perché è fondamentale per ogni coppia fare un passo indietro e cercare di trovare nel partner e in sé stessi le risorse necessarie per una ottimale gestione della situazione. Vediamo cosa si può fare:

Ridurre quanto possiamo la critica

prima di cominciare a correggere l’altro cerchiamo di capire la nostra parte nella questione. Cerchiamo di capire quali sono le nostre aspettative, quali sono le nostre richieste e chiediamoci se abbiamo adottato, per noi, un modello autocritico, e che peso ha per il nostro essere coppia. La critica si sente anche quando è fatta senza parole, perciò se critichiamo meno non è detto che il problema si risolva. Dobbiamo quindi fare un lavoro profondo che ci aiuti a vedere il più possibile ciò che funziona, ciò che è bello e funzionale nelle azioni dei nostri partners, imparare ed educare noi stessi ad accettare la realtà dei atti e di smettere di metterla in discussione.

Comunicare con il rispetto

Dopo aver chiarito a che cosa possiamo rinunciare e quali sono le priorità stabilite, ricordiamo a noi stessi che ciò che noi diciamo è soltanto una proposta di miglioramento, che non sappiamo di più e che non neghiamo il punto di vista del partner, che egli/ella possa accettare o rifiutare il nostro parere. Quando il messaggio che vogliamo passare parte da un da una posizione di benevolenza, che vuole il benessere del partner, che rispetta il suo stile e il suo modo di ragionare è probabile che venga accettato molto più facilmente.

Usare la ragione

Il nostro scopo è riuscire ad ottenere un cambiamento. Se vogliamo ottenere risultati conviene essere sensibili allo stato emotivo dei partners ed assicurarci che sono predisposti e in grado di accettare ciò che diciamo da una posizione amicale e di benevolente. Chiederci cioè se loro pensano di deluderci comunque facciano? Se vivono la critica come aggressione? O invece se sentono che siamo aperti ad accettare il loro parere e lo apprezziamo? È raccomandabile trattare con sensibilità la critica. Assicurarsi che il momento e il luogo sono quelli giusti e che i nostri partner sono predisposti e pronti ad un dialogo sereno e piacevole. E comunque conviene sempre iniziare la discussione con parole apprezzanti e dolci che ricordano l’amore e la vicinanza tra di voi, dei tempi che furono.

Per riassumere

fare attenzione dove siete e chi è presente. Non avviare discussioni in presenza dei bambini. Non parlare di morte e di tempi bui davanti a loro ma incoraggiateli sempre e condividete con loro delle attività ludiche.

Scegliere un momento in cui il partner è tranquillo se si vuole discutere. Se invece non lo è, aspettate e rimandate la discussione.

Partite dal presupposto che i vostri sistemi di credenza sono diverse ma che devono trovare un punto di incontro per avere risultati soddisfacenti e un dialogo sereno. Rinunciate a parti insignificanti del vostro ego per mettere a suo agio il partner, di modo che sia predisposto al dialogo.

Abbassare il tono di voce mentre parlate, usando un tono pacato e non aggressivo. Fatelo notare dolcemente al partner, se vedete che sta perdendo il controllo.

Cercate, ognuno a seconda dell’ambiente in cui vive, di fare attività fisica per scaricare la tensione e placcare la rabbia accumulata. Tenete a mente che la priorità assoluta è quella di condurre la quarantena serenamente nell’interesse di tutti.

Ponete il rispetto per il partner come base di riuscita per qualsiasi dialogo, a prescindere dai passati conflitti. Infine dialogate, non discutete, ma se accade e accadrà, cercate di non perdere il controllo e comunque non in presenza dei bambini o al limite regolatevi.

Edi Roshrosh – Psicologo e psicoterapeuta, diplomato in sessuologia clinica

(Il Faro online)