Coronavirus, a Terracina è botta e risposta tra i medici di base e il vicesindaco Tintari

7 aprile 2020 | 14:51
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Coronavirus, a Terracina è botta e risposta tra i medici di base e il vicesindaco Tintari

I medici di base di Terracina hanno inviato una lettera al Vicesindaco e al Prefetto di Latina chiedendo maggiori controlli in vista delle prossime festività.

Terracina – Il botta e risposta non si ferma neppure al tempo del Coronavirus. Succede a Terracina, dove un gruppo di medici di base (che hanno deciso di non firmarsi) hanno inviato una lettera al vicesindaco facente funzione della città, Roberta Tintari, e al prefetto di Latina Maria Rosa Trio.

Una lettera per provare a raccontare l’emergenza quasi dall’interno, o, perlomeno, da una prospettiva particolare, fatta ogni giorno di visite in studio e consulti telefonici. Fatta anche di umanità, della capacità di capire quando rassicurare il paziente e quando, invece, è arrivato il momento di preoccuparsi.

Ma dal coro unanime dei medici terracinesi emerge una realtà, per loro troppo sottovalutata: quella delle persone che continuano a girovagare per la città, che sia a piedi o in macchina. Emerge il rischio di assembramento nei pressi delle attività ancora aperte, in special modo in questo periodo ricco di festività, dove il “pericolo” è dato anche dalla presenza di numerose seconde case, che potrebbero invogliare possibili “turisti” a spostarsi nella città pontina, nonostante i divieti governativi e regionali.

Il punto di vista dei medici di base

Il focus dei medici di base si è concentrato su alcuni punti in particolare di quest’emergenza Coronavirus. In primis, il problema degli asintomatici positivi. “La loro presenza – sottolineando i medici – in qualità di portatori sani è cruciale. In quanto, pur inconsapevolmente, possono trasmettere il virus. Per questo è essenziale rispettare strettamente e attuare le disposizioni degli Enti competenti.”

Bisognerebbe stare al sicuro. A casa. Rispettando il distanziamento sociale, regola essenziale per tutelare la propria salute e invece… Invece, sottolineano i medici di base, in città, nonostante il grande lavoro delle Forze dell’ordine, in molti si comportano come se la pandemia in corso non esistesse affatto, contravvenendo sempre più spesso al divieto degli assembramenti.

Le proposte

Una denuncia quella dei medici di base, però, che si propone di non rimanere sterile e che, per questo, all’interno della stessa lettera, si portano avanti anche delle proposte. In primo luogo, i medici di famiglia hanno chiesto la costituzione di un “comitato di crisi”, che possa riunirsi quotidianamente e che sia composta dalle Forze dell’ordine e da una rappresentanza dei medici stessi. A coordinare il tutto una sorta di commissario scelto all’interno dello staff comunale.

E ancora: controlli più massicci, specialmente tra la Pontina e la provincia per San Felice Circeo. “Bisogna evitare che, con l’approssimarsi delle festività, i proprietari delle seconde case, nonostante i divieti, possano comunque trasferirsi a Terracina. I cittadini – conclude la lettera dei medici di base – devono rimanere a casa. Solo in questo modo potremo sconfiggere il Coronavirus e creare così una ripartenza progressiva per la nostra città.”

La risposta del vicesindaco Tintari

Non si è fatta attendere la lettera di risposta del vicesindaco facente funzioni, Roberta Tintari che ha fatto sapere: “Innanzitutto non mi è chiaro chi siano i firmatari della nota, giunta con un generico ‘I Medici del Territorio’ in calce, ma priva di un qualunque riferimento a singoli medici o a rappresentanze associative di cui la professione è ampiamente dotata. Allo stato dovrei far riferimento solo all’indirizzo email di provenienza della missiva, ma risponderò comunque rivolgendomi alla platea dei medici cittadini, sicuramente interessati.

Per quanto riguarda la gestione degli asintomatici positivi e portatori sani, evidenziati e sottolineati nella lettera, è bene sottolineare che a Terracina vigono gli stessi protocolli ai quali deve attenersi chi è risultato positivo e sintomatico. Si tratta comunque di situazioni molto particolari e di difficilissima individuazione visto che i test vengono effettuati quasi esclusivamente su chi manifesta sintomi sospetti. Quindi se il contagio da Covid-19 non è acclarato, devono essere osservate le norme prudenziali valide per tutti.”

E ancora: “Per quanto riguarda, invece, il richiesto Comitato di Crisi Comunale vorrei sottolineare che esiste già e che si chiama Centro Operativo Comunale (C.O.C.). Il C.O. C. è una struttura permanente gestita dalla Protezione Civile che viene attivata nei momenti di urgenza. In questo specifico caso è stato attivato con un’ordinanza sindacale lo scorso 11 marzo alla notifica del primo caso di positività sul territorio comunale, così come è previsto dalla legge.”

Poi il Vicesindaco sottolinea la situazione che si sta vivendo in materia di carenza di dispositivi di protezione individuale: “Stiamo incontrando enormi difficoltà nel reperimento di questi dispositivi: i pochi forniti sono di dubbia efficacia e indossabilità, come sottolineato anche da importanti Presidenti di Regione. Qualcuno è riuscito ad acquistare privatamente qualche mascherina chirurgica monouso, non di più.

Da giorni però – prosegue la nota – ci sono lodevoli iniziative di piccoli imprenditori di Terracina e di altre città che stanno producendo e regalando mascherine. Infatti la scorsa settimana, ben conoscendo il problema e pur non essendo competenza di un sindaco la fornitura dei dispositivi, ma dell’Azienda Sanitaria di riferimento (che patisce comunque le stesse difficoltà di tutti gli altri enti in questo ambito), ho provveduto a mandare ai medici di Terracina queste mascherine appena ne abbiamo avuto disponibilità.”

In materia di spostamenti e circolazione, invece, il Vicesindaco fa sapere che vigono le restrizioni imposte dai decreti governativi e dalle ordinanze regionali. Tali provvedimenti, in realtà, appaiono difficoltosi dal punto di vista dell’applicabilità poiché gli spazi di interpretazione degli stessi sono molto ampi e, a parte nelle cosiddette zone rosse, il numero e la tipologia di attività commerciali autorizzate all’apertura è vasto (consultare la tabella dei codici Ateco autorizzati contenuta nel DPCM 22 marzo 2020).

Di più: per chi non è in isolamento domiciliare, si può andare e tornare dal lavoro, è consentito andare a fare la spesa, in banca, in posta, in farmacia, in tabaccheria, a comprare o riparare un elettrodomestico, fare benzina, passeggiare da soli, col cane, coi bambini, fare attività motoria, purché vicino casa e rispettando la distanza di un metro. L’abuso di queste facoltà rappresenta un pericolo che si sta contrastando con i controlli da parte delle Forze dell’Ordine, ma è molto più complicato di quanto appaia sulla carta. Come Amministrazione sin dai primisismi giorni abbiamo invitato i cittadini a rimanere a casa e limitare le uscite allo stretto necessario.”

Per quanto concerne, invece, i controlli sulle seconde case, il Vicesindaco sottolinea che sono partiti da alcuni giorni e che si sta già provvedendo a raccogliere i dati degli interventi.

Non solo. Il Vicesindaco ha sottolineato infine che il Comune di Terracina si sta attivando anche in altri ambiti non sottolineati dalla lettera dei medici di base. In primis, è stato attivato il numero per l’assistenza psicologica rivolta a quelle coloro che si trovano in una situazione di disagio per via della quarantena.

E ancora: “Ho ritenuto – fa sapere la Tintari – di dover prestare particolare attenzione alle necessità delle gestanti di Terracina. Mi sono attivata da venti giorni con la ASL e il Prefetto per porre il serissimo problema delle gestanti che non possono recarsi, per i noti motivi, presso l’Ospedale di Fondi.

Ho chiesto dell’apertura di un ambulatorio ostetrico attrezzato presso l’Ospedale di Terracina per i controlli e i monitoraggi. Una prima nota della ASL, poi modificata dalla stessa, certificava l’apertura di suddetto ambulatorio cinque giorni a settimana, il giorno dopo l’ha ridotta a due mattine a settimana. State certi che non mi accontento e non mi fermo qui perché la sicurezza delle donne terracinesi in gravidanza e dei nascituri è una priorità.”

Poi il Vicesindaco ha concluso: “Nella speranza di aver soddisfatto i vostri dubbi e le vostre istanze ed esprimendo sincero apprezzamento e gratitudine per il vostro lavoro, accolgo con piacere l’invito alla fattiva collaborazione che mi avete gentilmente rivolto: ne approfitterò certamente, in nome della tutela della salute dei cittadini di Terracina.”

(Il Faro on line)