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Coronavirus, in Italia diminuiscono i malati ma “nessun imminente liberi tutti”

7 aprile 2020 | 20:23
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Tra le notizie positive del giorno vi è ancora quella relativa alla terapia intensiva dove si trovano attualmente 3792 persone, ben 106 in meno di ieri (il calo è arrivato al quarto giorno consecutivo)

Roma – Salgono a oltre 17mila i morti in Italia nell’emergenza Coronavirus. Secondo i dati diffusi oggi dalla Protezione Civile, nelle ultime 24 ore ci sono state altre 604 vittime. Un dato che porta a 17.127 il totale dei decessi in Italia dall’inizio dell’emergenza. Aumenta però anche il numero delle persone guarite (24392 in totale, di cui 1555 solo nell’ultimo giorno) e calano le persone attualmente ricoverate: sono 258 in meno rispetto a ieri, per un totale di 28718.

Tra le notizie positive del giorno vi è ancora quella relativa alla terapia intensiva dove si trovano attualmente 3792 persone, ben 106 in meno di ieri (il calo è arrivato al quarto giorno consecutivo). I casi attualmente positivi sono 94067, più 880: è l’incremento più basso dal 10 marzo scorso. Le persone in isolamento domiciliare sono 61557. In tutto sono stati eseguiti 755445 tamponi. I casi totali di Coronavirus dall’inizio dell’emergenza sono 135586.

Arcuri: “Non siamo vicini all’uscita dall’emergenza”

“Il ‘bollettino della sofferenza’ evidenzia una parziale inversione di tendenza”. Lo afferma il commissario straordinario per l’emergenza coronavirus Domenico Arcuri sottolineando però che “si fatica a gioire, continuiamo a registrare tanti decessi. La cruda realtà è più forte dei numeri e delle simulazioni” e “nessun algoritmo può cancellare il dolore per la perdita di familiari, amici, vite umane”.

“E’ fondamentale – avverte – nel periodo di Pasqua, continuare a rispettare il distanziamento sociale e le misure di prevenzione. Non commettiamo errori nei prossimi giorni: saranno giornate fondamentali, dobbiamo tutti tenere sempre tutti e due gli occhi aperti”.

E poi “attenti a pericolosi miraggi e illusioni ottiche. Non siamo a pochi passi dall’uscita dall’emergenza e dall’ora ‘x’ che ci riporterà, con un battito di ciglia, alla situazione di prima. E’ sbagliato immaginare un imminente ‘liberi tutti’ dove ciascuno di noi, da un giorno all’altro, torna alle vecchie abitudini”.

“Al più – continua – siamo all’inizio di una lunga fase di transizione” e “sarebbe imperdonabile non perseverare rendendo inutili i sacrifici fatti nei giorni che sono alle spalle”. “Il numero di chi perderà la vita continuerà a crescere. Nei prossimi giorni non dimenticate mai che questo virus a ieri si è portato con sé 16.523 vite umane – sottolinea – Ecco perché torno a supplicarvi: non cancellate questo numero dalla memoria”.

Riguardo ai dati positivi sui ricoveri nelle terapie intensive, non “modificano il nostro piano di implementazione” anche per “le Regioni del Sud” spiega Arcuri, rimarcando l’impegno a “implementare le dotazioni per le terapie intensive anche nel Meridione”. “Fino a ieri sera – comunica poi – abbiamo consegnato e installato 1.904 ventilatori alle Regioni, 368 solo nell’ultima settimana, 53 al giorno”.

Mascherine

Dopo le “620mila mascherine FFp2” distribuite ieri per i medici “presto faremo lo stesso con gli infermieri” dice Arcuri. “Oggi sono state distribuite alle Regioni 4,8 mln di mascherine, negli ultimi sette giorni 20,8 mln, nei precedenti sette giorni 20,5 mln” sono i dati resi noti dal commissario straordinario. E “con gli accordi firmati negli ultimi giorni abbiamo una disponibilità aggiuntiva, nelle prossime settimane, di 650 milioni di mascherine”. “Ci stiamo stabilizzando su distribuzioni sufficienti e in tempi assai rapidi, del tutto ragionevoli” aggiunge Arcuri, e “stimiamo che presto una quota crescente di produzione di dispositivi di protezione sarà in Italia”.

Sulle mascherine, “le richieste di produzione supportate da uno studio di conformità redatto da una università italiana, che evidenzi inequivocabilmente il rispetto dei requisiti, potranno essere autorizzate da subito alla produzione e alla commercializzazione” spiega il commissario, segnalando una “importante novità concordata con l’Istituto superiore di sanità”. “No a un insensato ottimismo”, ma “per quanto riguarda le forniture il peggio è alle spalle” dice poi, sottolineando che ogni giorno si fanno passi avanti.

A una domanda sull’ipotesi dell’uso obbligatorio delle mascherine, “penso che tutti ci dovremo abituare, per molto tempo, a utilizzare questo dispositivo” risponde Arcuri. “La decisione sull’obbligo delle mascherine non compete al commissario per l’emergenza – precisa – Sulla base delle decisioni del governo, di intesa con il Comitato tecnico-scientifico, mi pare superfluo sottolineare che sarà grande il nostro impegno per dare seguito, nel migliore modo possibile, alle decisioni che verranno adottate. Oggi qualsiasi decisione sul tema è del tutto prematura”.

E se sarà deciso un obbligo di mascherine per tutti nella cosiddetta fase ‘due’, “avremo bisogno massicciamente di una produzione”, ma non di mascherine Ffp2 o Ffp3 bensì dell’altro tipo di mascherine. Quanto alle Regioni, se stabiliscono l’obbligo delle mascherine “si occuperanno loro stesse di rifornire i cittadini stessi”. Riguardo alle diverse ordinanze regionali, Arcuri è tornato ad auspicare “omogeneità di comportamento sul territorio”.

In merito alle segnalazioni di mascherine vendute a prezzi esorbitanti, “non bisogna generalizzare perché si farebbe torto alla quasi totalità degli italiani onesti. Va detto però che anche pochi casi intollerabili vanno denunciati e combattuti” aggiunge il commissario straordinario, sottolineando che “la speculazione è due volte insopportabile, non si specula sui bisogni degli altri e sulla vita degli altri. Voglio rassicurare che nemmeno una delle segnalazioni ricevute o che riceveremo è rimasta o rimarrà inevasa”.

“La solidarietà e il civismo – dice Arcuri – vinceranno sulla speculazione e sul cinismo”. Poi, a una domanda sull’ipotesi di un prezzo amministrato, replica: “Se frapporci a una speculazione e immaginare di dover approntare un piano massiccio di distribuzione di mascherine nelle prossime settimane significherà arrivare a un prezzo amministrato lo vedremo”.

Cura Italia

Sono state presentate “479 domande di incentivo Cura Italia” e sono stati “approvati i primi 36 investimenti che impiegheranno 16,3 mln di euro e serviranno, in 17 casi, per ampliare unità produttive esistenti e in 19 per riconvertire unità produttive esistenti”. Arcuri spiega che “i requisiti per accedere agli incentivi pubblici saranno per sempre la prima barriera che separa la proposta di investimento dall’accesso agli incentivi” e “rassicurerei tutti: prima i valutatori si occupano di capire chi sta facendo la proposta e, solo se sono convinti che ha le caratteristiche per farla, valutano la proposta”.

Il commissario spiega inoltre che “presto saranno online anche i dati sui nostri acquisti. Abbiamo bisogno ancora di un po’ di tempo, ma non troppo. La trasparenza viene prima di tutto”. (fonte Adnkronos)