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Giornata Mondiale della Salute. Covid-19 ci ha fatto capire l’importanza della salute come bene comune

7 aprile 2020 | 07:00
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Giornata Mondiale della Salute. Covid-19 ci ha fatto capire l’importanza della salute come bene comune

Il 2020 proclamato l’anno internazionale dell’infermiere e dell’ostetrica

Mai come quest’anno, chiusi in casa nel rispetto delle regole imposte per superare l’emergenza sanitaria da Covid-19, è giusto e necessario ricordare la ricorrenza del 7 aprile: la Giornata Mondiale della Salute.

E mai come in quest’ultimi mesi, attraverso una tragedia di livello mondiale, che sta toccando ognuno di noi sul piano personale, abbiamo compreso l’importanza della salute come bene comune, e il valore di un sistema sanitario pubblico.

La Giornata Mondiale della Salute è stata istituita nel 1950 dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’Agenzia dell’Onu specializzata nella difesa e tutela della salute, per commemorarne la fondazione nel 1948 ed è tesa alla sensibilizzazione di tutti i popoli sull’importanza del diritto alla salute.

Lo scopo primario della ricorrenza è, infatti, quello di sensibilizzare la comunità internazionale sull’importanza del libero ed equo accesso, per tutti, a cure sanitarie di qualità. Questo è anche uno degli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati dall’Onu per il 2030. A tal proposito gli operatori sanitari hanno un compito centrale: fornire indicazioni agli amministratori per individuare ciò di cui le persone hanno bisogno in merito all’assistenza sanitaria.

La salute è un diritto fondamentale dell’uomo che si caratterizza per l’universalità, l’uguaglianza e l’equità del suo riconoscimento ai sensi dell’art. 25 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, dell’art. 32 della Costituzione e della legge 833 del 1978. È una risorsa per l’intera comunità, garantita attraverso la promozione, il mantenimento e il recupero della salute fisica e psichica di tutta la popolazione, senza distinzione per condizioni individuali, sociali ed economiche.

Nella ricorrenza del bicentenario della nascita di Florence Nightingale, fondatrice dell’infermieristica moderna, l’Oms ha dichiarato il 2020 “anno internazionale dell’infermiere e dell’ostetrica”, per dare particolare risalto al ruolo di infermieri ed ostetriche, che al loro interno accolgono la più grande forza lavoro femminile al mondo.

Nell’attuale emergenza sanitaria, gli infermieri sono una tra le categorie maggiormente esposte ed impegnati in prima linea nella cura dei pazienti affetti da coronavirus. Secondo i dati divulgati dalla Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche alla data del 2 aprile 2020, sono 23 i decessi registrati fra gli infermieri positivi a Covid-19.

Questa emergenza ci sta facendo capire quali siano le figure professionali essenziali attraverso cui lo Stato agisce per il bene dei suoi cittadini. Tra questi vi è tutto il personale medico e paramedico, le forze di pubblica sicurezza e gli insegnanti che, senza ricevere alcun riconoscimento eccezionale portano avanti una missione di vitale importanza per tutta la comunità.

In occasione della Giornata Mondiale della Salute, il Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani, propone ai docenti di infondere nei giovani fiducia e apprezzamento per il lavoro di infermieri ed ostetriche presentando la loro professione attraverso il suggerimento di film, libri, documentari, approfondimenti della stampa o semplicemente raccontando esperienze vissute: non solo al fine di diffondere la consapevolezza del loro ruolo nell’assistenza sanitaria, ma anche per ispirare coloro che si sentano portati ad intraprendere queste professioni.

L’impatto dell’emergenza Coronavirus su bambini e adolescenti pone i genitori e, chiunque a vario titolo si occupi di loro, dinanzi alla sfida di preservarne la salute, non solo quella fisica ma anche quella mentale, messa alla prova da isolamento forzato, ansia, perdita della routine e del contatto diretto con i pari.

La situazione è ancora più delicata quando si parla di bambini e adolescenti che vivono in comunità e case famiglia. In occasione di questa giornata, infatti, Sos Villaggi dei Bambini richiama l’attenzione sulla loro salute, fisica e psicologica: “si tratta di minorenni che devono fare i conti con un vissuto drammatico, che hanno già sperimentato lo stress emotivo della separazione dai beni più cari”.

Più volte, visitando gli ospedali in giro per il mondo, Papa Francesco ha ribadito che: “la salute non è un bene di consumo, ma un diritto universale” e perciò “l’accessibilità ai servizi sanitari, alle cure e ai farmaci non deve rimanere un miraggio”.

Un messaggio quanto mai attuale e un obiettivo quanto mai prioritario: la salute è un bene pubblico e va garantita da un sistema sanitario pubblico efficiente e aperto a tutti.

(Il Faro online)