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Baldassarre (Lega): “Per le mascherine la Regione Lazio si riaffida alla stessa società”

13 aprile 2020 | 08:42
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Baldassarre (Lega): “Per le mascherine la Regione Lazio si riaffida alla stessa società”

Colosimo: “Viene confermato anche lo stesso prezzo d’acquisto ben superiore ai prezzi di mercato. Insomma oltre al danno anche la beffa”

Regione Lazio – “Nonostante potesse affidare la famosa commessa per le mascherine a una nuova società, la Regione Lazio, che aveva già annullato l’ordine per inadempienze contrattuali, ha riaffidato, tra l’altro alle stesse condizioni economiche, la consegna dei 10 milioni di dispositivi di protezione alla stessa piccola azienda di illuminotecnica. Il tutto a un prezzo fortemente più alto rispetto a quello che avrebbe potuto ricavare dalle offerte in circolazione attualmente. Forse perché il fornitore inadempiente non avrebbe potuto rifondere facilmente alla Regione l’acconto di 11 milioni incautamente versato?.

Purtroppo però, pur se lo ricorda molto non stiamo parlando di una puntata di qualche soap opera drammatica, ma di materiale protettivo per i nostri medici e infermieri che, a causa delle dubbie politiche di acquisto della Regione, sono stati costretti ad attendere giorni preziosi in un momento in cui in Italia sono già migliaia gli operatori sanitari contagiati.

Altro che bufale, Zingaretti dovrà spiegare molte cose di questa vicenda. Al Governatore ricordiamo che è il ben più simpatico fratello a recitare. Il ruolo di attore in telefilm a puntate, come sembra la vicenda di queste mascherine, lo lasci a Montalbano e si concentri sulla politica del proprio territorio.” – Così in una nota Simona Baldassarre, eurodeputata della Lega e membro della Commissione Sanità.

Dichiara il consigliere regionale di Fratelli d’italia, Chiara Colosimo: “Il mistero delle mascherine si arricchisce di una seconda puntata. L’agenzia regionale della protezione civile, infatti, dopo aver definito inaffidabile la società di lampadine a cui ha dato, in fretta e furia, undici milioni di euro di anticipo su una commessa totale di oltre 35 milioni senza ricevere nessuna mascherina in cambio, con un gesto magnanimo, dopo aver deciso la risoluzione del contratto perché la società non ha rispettato i tempi urgenti stabiliti, stipula una novazione, ossia un nuovo contratto, con la stessa società spostando la data di consegna, in piccole parti, fino al 17 aprile.

Ma non solo. Viene confermato anche lo stesso prezzo d’acquisto ben superiore ai prezzi di mercato. Insomma oltre al danno anche la beffa. Purtroppo a pagarne le conseguenze di queste scelte, a dir poco scellerate, è il personale medico che invece di ricevere i dispositivi di sicurezza fra il 23 e il 30 marzo come precedentemente stabilito, dovrà attendere almeno un’altra settimana. Una vicenda di una gravità inaudita. E loro continuano a parlare di bufale politiche”

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