Coronavirus, Papa Francesco crea in Vaticano una task force per il dopo pandemia

15 aprile 2020 | 19:45
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Coronavirus, Papa Francesco crea in Vaticano una task force per il dopo pandemia

Oltretevere nascono cinque gruppi di lavoro per pensare al futuro con attività a livello globale “in favore dell’intera famiglia umana”

Città del Vaticano – In Vaticano nasce una task force per iniziare a progettare il futuro del mondo nel post pandemia del coronavirus. Il 20 marzo 20202, si legge in un comunicato diffuso dalla Sala Stampa della Santa Sede, il Pontefice ha infatti chiesto al Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale (DSSUI) “di creare una Commissione, in collaborazione con altri Dicasteri della Curia Romana, per esprimere la sollecitudine e l’amore della Chiesa per l’intera famiglia umana di fronte alla pandemia di Covid-19, soprattutto mediante l’analisi e la riflessione sulle sfide socio- economiche e culturali del futuro e la proposta di linee guida per affrontarle”. Il DSSUI ha dunque istituito una Commissione che prevede cinque Gruppi di lavoro:

Il Gruppo di lavoro 1, coordinato dal DSSUI, è dedicato all’ascolto e al sostegno delle Chiese locali, in un servizio che le renda protagoniste delle situazioni che vivono, in cooperazione con Caritas Internationalis. Il gruppo ha il compito di collaborare positivamente con le iniziative di carità promosse da altre realtà della Santa Sede, quali l’Elemosineria Apostolica, la Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli e la Farmacia Vaticana.

Il Gruppo di lavoro 2, coordinato dal DSSUI, si occuperà della ricerca e dello studio della pandemia, di riflettere sulla società e sul mondo post Covid-19, particolarmente nei settori dell’ambiente, dell’economia, del lavoro, della sanità, della politica, della comunicazione e della sicurezza. I partner del Gruppo saranno le Pontificie Accademie per la Vita e delle Scienze, insieme a varie Organizzazioni che già collaborano con il DSSUI.

Il Gruppo di lavoro 3, coordinato dal Dicastero per la Comunicazione, si occuperà di informare circa l’operato dei Gruppi e promuoverà la comunicazione con le Chiese locali, aiutandole a rispondere in maniera autentica e credibile al mondo post Covid-19.

Il Gruppo di lavoro 4, coordinato dalla Sezione per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato, sosterrà la Santa Sede nelle sue attività e nei suoi rapporti con i Paesi e gli Organismi internazionali, comunicando ad essi i frutti della ricerca, del dialogo e delle riflessioni prodotte.

Il Gruppo di lavoro 5, coordinato dal DSSUI, è responsabile del finanziamento per sostenere l’assistenza della Commissione per il Covid-19 alle Chiese locali e alle organizzazioni cattoliche, e la sua attività di ricerca, analisi e comunicazione.

I compiti della Commissione

“Il Santo Padre ci ha affidato due compiti principali. Il primo riguarda l’oggi: la necessità di offrire con prontezza, con sollecitudine, con immediatezza il segno concreto del sostegno da parte del Santo Padre e della Chiesa. Dobbiamo offrire il nostro contributo, in questo momento di emergenza“, ha dichiarato in un’intervista a Vatican News il Prefetto del DSSUI, il cardinale Peter Turkson, alla guida della Commissione insieme al Segretario, mons. Bruno-Marie Duffé, e al Segretario Aggiunto, Don Augusto Zampini.

“Si tratta di mettere in campo azioni di supporto alle Chiese locali per salvare vite umane, per aiutare i più poveri. Il secondo riguarda il dopo, il futuro, riguarda il cambiamento. Il Papa è convinto che siamo ad un cambiamento di epoca, e sta riflettendo su ciò che verrà dopo l’emergenza, sulle conseguenze economiche e sociali della pandemia, su quel che dovremo affrontare, e soprattutto sul modo in cui la Chiesa potrà offrirsi come punto di riferimento sicuro al mondo smarrito di fronte a un evento inatteso. Contribuire all’elaborazione di un pensiero su questo è il nostro secondo compito. Il Papa ci ha chiesto concretezza e creatività, approccio scientifico e immaginazione, pensiero universale e capacità di comprendere le esigenze locali”, precisa il porporato.

“Il Papa ha espresso la sua preoccupazione per il tempo presente, per la crisi mondiale generata dal COVID-19 e per gli scenari drammatici che si affacciano all’orizzonte. Ci ha detto di non perdere tempo, di metterci immediatamente al lavoro, poiché siamo il Dicastero di riferimento. Dobbiamo agire subito. E dobbiamo da subito pensare per il dopo”, aggiunge il cardinale.

“Abbiamo già avuto due incontri di lavoro con il Santo Padre. Abbiamo creato una cabina di regia, di coordinamento, per coordinare le iniziative che riguardano l’azione di oggi e quelle che riguardano preparare il domani. Il nostro è un servizio in termini di azione e di pensiero. Servono azioni concrete subito, e le stiamo facendo. E serve guardare oltre l’oggi, tracciare la rotta per la navigazione difficile che ci attende. Se non pensiamo al domani ci troveremo di nuovo impreparati”, fa notare il porporato.

Che conclude: “Agire oggi e pensare il domani non sono in alternativa. Non siamo di fronte ad un “aut aut” ma a un “et et”. Il nostro team ha già avviato una collaborazione con la Segreteria di Stato, con il Dicastero per la Comunicazione, con Caritas Internationalis, con le Pontificie accademie per le Scienze e per la Vita, con l’Elemosineria Apostolica, con la Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli e con la Farmacia Vaticana. Con il nostro team si è creata una modalità in un certo senso nuova di collaborazione fra i diversi Dicasteri e i diversi uffici della Santa Sede. Una modalità da task force. Una modalità agile che testimonia l’unità e la capacità di reazione della Chiesa“.

(Il Faro online) – Foto © Vatican Media