Coronavirus, sale a 276 il numero di pazienti dimessi dallo Spallanzani

15 aprile 2020 | 13:18
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Coronavirus, sale a 276 il numero di pazienti dimessi dallo Spallanzani

“In giornata sono previste ulteriori dimissioni di pazienti asintomatici o paucisintomatici”

Roma – “Sono in totale 155 i pazienti Covid-19 ricoverati, di questi 22 necessitano di supporto respiratorio”. Lo sottolinea il bollettino odierno dell’Istituto Spallanzani di Roma. “In giornata sono previste ulteriori dimissioni di pazienti asintomatici o paucisintomatici”. Mentre “sono 276, a questa mattina, i pazienti dimessi e trasferiti a domicilio o in altre strutture territoriali”, conclude il bollettino.

Nel frattempo la comunità scientifica italiana intanto lancia un appello a favore di Anthony Fauci, direttore del Niaid (National Institute of Allergy and Infectious Diseases) e a capo della task force Usa per Covid-19, che ha ricevuto un duro attacco via Twitter dal presidente Donald Trump. A promuovere l’iniziativa è proprio il direttore scientifico dell’Istituto Spallanzani di Roma, Giuseppe Ippolito, che in una lettera si rivolge alle più alte cariche dello Stato, dal presidente della Repubblica Mattarella al premier Conte. “Il lavoro di Anthony Fauci ha salvato le vite di milioni di donne, uomini e bambini, negli Stati Uniti ed in tutto il mondo. Alla scuola di Anthony Fauci si sono formati centinaia di scienziati, medici e ricercatori, che hanno contribuito alla lotta alle malattie infettive in tutto il mondo”, evidenzia Ippolito.

“Le notizie delle ultime ore sembrano indicare che Anthony Fauci potrebbe essere estromesso dalla task force che coordina la risposta del governo Usa alla pandemia Covid-19. Questa, se confermata, sarebbe una notizia disastrosa – rimarca Ippolito – non soltanto per gli Stati Uniti, ma per tutta la comunità internazionale, che si trova oggi a dover fronteggiare la più importante emergenza sanitaria da oltre un secolo a questa parte”.

“Anthony Fauci infatti non è soltanto un funzionario di eccezionale capacità e lealtà, che ha servito il suo Paese come direttore del Niaid per oltre trentacinque anni e con sei presidenti; Anthony Fauci – ricorda il direttore scientifico dello Spallanzani – è uno dei più importanti scienziati al mondo nel campo delle malattie infettive, che con la sua leadership, la sua capacità di lavoro e la sua eccezionale spinta etica è stato una guida e un punto di riferimento mondiale in tutte le emergenze sanitarie degli ultimi tre decenni e più. Ci auguriamo quindi che le notizie che stanno emergendo non siano vere, e che il presidente Trump non voglia privarsi dell’apporto di un uomo integro e di uno scienziato di eccezionale valore come Anthony Fauci, che ha dedicato la propria vita professionale al servizio della sanità pubblica del suo Paese e di tutto il mondo”.

“Abbiamo bisogno della leadership di Anthony Fauci, negli Usa o altrove – sottolinea Ippolito – per far fronte alle sfide che ci pone questa pandemia. Il nostro Istituto sarebbe onorato di poter collaborare con Fauci, e speriamo che anche il Governo italiano e la Regione Lazio potranno beneficiare della sua visione e delle sue capacità”.

“Le ricerche condotte da Anthony Fauci sono state centrali nella comprensione del meccanismo attraverso cui l’Hiv distrugge il sistema immunitario, ed hanno giocato un ruolo decisivo nello sviluppo di trattamenti che rendono oggi possibile alle persone affette da Aids di vivere a lungo e di svolgere una vita attiva con relazioni affettive e sociali appaganti – evidenzia Ippolito – È anche grazie al suo lavoro che l’Aids, da malattia inesorabile e incurabile, marchio mortale e fonte di stigma sociale e morale, è diventata una malattia controllabile; grazie al suo approccio empatico e compassionevole la ricerca scientifica si è avvicinata alle necessità dei malati, e si è affermato un nuovo paradigma nel rapporto tra medico e paziente”.

Anthony Fauci è stato il principale architetto del programma Pepfar, che dal 2003 ha reso disponibili le cure per l’Aids nei Paesi in via di sviluppo, salvando dalla morte milioni di persone soprattutto nell’Africa subsahariana. E’ stato in prima linea in tutte le emergenze sanitarie mondiali degli ultimi decenni, da ultime Ebola nel 2014 e nel 2018, e Zika nel 2016. In Italia l’Istituto Spallanzani “gli è riconoscente per il supporto e l’aiuto sempre attento e disinteressato con cui ha contribuito a portare avanti i progetti e le attività di ricerca dell’Istituto – conclude Ippolito – Una generosità che non possiamo che attribuire alle sue origini italiane, sempre ricordate con orgoglio. Fauci si è occupato diffusamente anche di Sars, influenza aviaria, influenza suina: tutte esperienze oggi preziose nella risposta globale ad un nuovo coronavirus che minaccia l’umanità, e che richiede unità e solidarietà per essere combattuto” (fonte Adnkronos).