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Didattica a distanza: il 90% degli studenti è soddisfatto di come lavorano i docenti

Pacifico (Anief): "Il Governo doveva rispondere alle esigenze dei docenti precari, fornendo loro dispositivi e la formazione per realizzare la didattica a distanza"

Scuola – Nell’emergenza da Coronavirus, gli insegnanti italiani hanno retto l’urto alla grande. Lo dicono anche gli studenti, visto che il 90% promuove l’operato dei loro insegnanti. A scriverlo è la rivista Tuttoscuola, nell’esaminare un sondaggio realizzato da Skuola.net, che ha intervistato 15mila alunni di scuole medie e superiori, di cui si è parlato anche nello speciale di “Verso il futuro e oltre”, andato in onda lunedì 13 aprile su Radio24.

Dalla trasmissione è emerso, in modo inequivocabile, che le pratiche didattiche che hanno adottato i docenti in queste ultime settimane hanno permesso ad un alto numero di studenti di potere continuare ad usufruire dell’offerta formativa, seppure con i limiti inevitabili connaturati nella tecnologia e nella mancanza di contatto umano.

C’è però un 10% scarso di docenti che non riesce a svolgere didattica a distanza: secondo Marcello Pacifico, presidente Anief: “sono in alta percentuale supplenti. Solo che la loro non è una scelta, ma la conseguenza di chi si trova a realizzare qualcosa di impegnativo in difficoltà oggettive derivanti dalla mancanza di strumentazioni e tecnologie. Ecco perché bisogna allargare anche ai docenti precari il bonus annuale dell’aggiornamento professionale”.

L’impegno dei docenti nello svolgimento della didattica online sta producendo risultati sino a ieri impensabili: è l’elemento chiave che ha permesso alle classi di andare avanti. E lo sforzo è stato riconosciuto dagli studenti, tanto che molti di loro “ci tengono a ringraziare pubblicamente i docenti per quanto fatto di fronte all’emergenza”.

Complessivamente, più di 9 studenti su 10, seppur con varie sfumature, promuovono l’operato dei propri prof e il supporto che sono riusciti a dar loro in queste difficili settimane. E circa 1 su 3 ha rivalutato in positivo l’idea che aveva di loro. Il 14% degli intervistati assegna ai propri insegnanti una valutazione molto positiva, addirittura ‘ottimo’ (dato che alle scuole medie sale al 22%), dicendo che non avrebbe potuto chiedere di meglio. Il 58% gli dà un ‘buono’ ammettendo che, nonostante i problemi emersi in corso d’opera, i professori hanno fatto il massimo per limitarli. Il 21%, invece, si ferma alla sufficienza rispolverando il vecchio adagio “potrebbe fare di più”, sentito dire tante volte sul proprio conto.

LA PREPARAZIONE DEI DOCENTI

Anche sulla preparazione tecnologica dei docenti, i risultati premiano il corpo insegnante: così poco avvezzi a fare lezione con il supporto di strumenti innovativi: per l’11% meritano ‘ottimo’ (col solito picco alle medie, 17%), per il 53% un ‘buono’, per il 30% ‘sufficiente’. Appena il 5% li boccia. Anche sulla gestione della didattica a distanza la promozione è pressoché totale: il 12% è pienamente soddisfatto (il 19% alle medie), il 51% è molto contento, andamento accettabile per il 30%, solo il 7% gli dà l’insufficienza. Più o meno quelli che non sono ancora riusciti ancora a partire con lo smart learning.

LA POSIZIONE DEL SINDACATO

Stiamo parlando, commenta il sindacato Anief, di circa 100 mila docenti, che corrispondono, guada caso, ad una cifra non molto distante da chi non fruisce dei fondi annuali dell’aggiornamento professionale: secondo il sindacato, mentre però i precari, con anni di supplenze alle spalle, sono riusciti a sopperire a spese loro comunque alla mancanza di computer, tablet e connessione, i supplenti “brevi” hanno avuto difficoltà ad organizzarsi.

L’EMENDAMENTO AL DECRETO SCUOLA

Il giovane sindacato ha già proposto un emendamento in tal senso al Decreto Legge n. 18 del 17 marzo 2020, chiedendo espressamente di allargare la fruizione della card da 500 euro annue ai docenti supplenti, assieme al personale educativo e Ata, tutte categorie ingiustamente “dimenticate” dal comma 121 dell’art. 1 della Legge 107 del 2015, così da permettere loro di attuare il lavoro “agile” da casa, a beneficio della scuola e dei loro alunni. Una richiesta che si basa, tra l’altro, sulla mancata adozione del Decreto Legislativo 6 settembre 2001, n. 368, volto a garantire “Formazione e parità di trattamento del personale”, in attuazione della direttiva 1999/70/CE relativa all’accordo quadro sul lavoro a tempo determinato concluso dall’UNICE, dal CEEP e dal CES, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 235 del 9 ottobre 2001.

LA VALUTAZIONE EQUA

Anief, infine, ritiene anche che, proprio per valorizzare al massimo le tantissime positive esperienze di didattica a distanza sinora attuate e che si attueranno, è bene che si proceda ad una valutazione degli alunni equa, anche tenendo conto delle difficoltà oggettive di ogni singolo alunno, e condivisa sempre dagli organi collegiali, che in questo periodo possono essere certamente programmati in modalità online.

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