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Coronavirus, Colosimo (FdI): “Percorsi differenziati per il trattamento sanitario dei disabili non collaboranti”

17 aprile 2020 | 12:30
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Coronavirus, Colosimo (FdI): “Percorsi differenziati per il trattamento sanitario dei disabili non collaboranti”

La Consigliera: “Sono a conoscenza che alcune Asl e alcuni Ospedali hanno già approvato dei percorsi per tutelare le persone più fragili”

Regione Lazio – “Ho inviato al presidente Zingaretti e agli assessori D’Amato e Troncarelli una richiesta affinché vengano adottate misure urgenti per il trattamento sanitario per Sars-CoV-2 delle persone adulte con disabilità non collaboranti. Considerata la delicatezza e la difficoltà del momento storico che stiamo vivendo, infatti, una maggiore attenzione andrebbe rivolta alla tutela della salute delle persone con disabilità”. È quanto dichiara il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Chiara Colosimo.

“Considerato – aggiunge la Consigliera – il rischio elevato per i disabili non collaboranti di essere esposte al contagio e considerato che è più facile per loro essere soggetti ad una ricaduta, ho proposto, come richiesto da tempo dalle famiglie e recentemente anche dalle associazioni, di istituire percorsi differenziati per la diagnostica e la cura da Covid 19.

Nello specifico durante tutte le fasi di ricovero nelle aree di degenza Covid e fino a livello di media intensità di cura al paziente dovrebbe esser garantito il ricovero in una stanza singola dotata di secondo letto; la presenza nella stanza di ricovero di un caregiver familiare h24, fornito di vitto e dei necessari Dpi, che potrà, all’occorrenza, essere sostituito da altro familiare o personale già presente nel setting assistenziale domiciliare. Va localizzato, poi, un ambiente riservato a ridotto impatto di medicalizzazione e va ridotta la presenza di persone nei limiti compatibili con le procedure diagnostiche. L’indicazione ad effettuare il test per accertamento andrebbe esteso, infine, all’intero nucleo familiare”.

“Sono a conoscenza – conclude la Colosimo – che alcune Asl e alcuni Ospedali hanno già approvato dei percorsi per tutelare le persone più fragili. Ritengo, dunque, necessario che tutte le strutture ospedaliere della Regione facciano altrettanto”.
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