Il grido d'allarme |
Cronaca Locale
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“Se non ci ucciderà il Coronavirus, lo faranno le serrande abbassate”, l’appello dell’associazione Gaet@t

17 aprile 2020 | 13:28
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“Se non ci ucciderà il Coronavirus, lo faranno le serrande abbassate”, l’appello dell’associazione Gaet@t

Gaet@t: “Se non impariamo a convivere con il Coronavirus, dovremo comunque pagare le bollette delle utenze egli affitti dei locali.”

Gaeta – “Se non si riparte al più presto, il fallimento ucciderà chi si è salvato dalla Covid 19.” È il grido d’allarme lanciato dall’associazione “Gaet@t”, portavoce di oltre 100 aziende, piccole e medie, della città di Gaeta. Un grido lanciato in direzione del sindaco, Cosmo Mitrano, del prefetto di Latina, Maria Rosa Trio e del presidente della Regione, Nicola Zingaretti.

Un grido che racconta l’altra faccia dell’emergenza: quella di chi, per tutelare la sanità pubblica, si sta attenendo alle norme previste dal Governo, tenendo le proprie serrande abbassate. Una scelta che, però, potrebbe costare loro l’attività, i sacrifici di una vita e, soprattutto la sopravvivenza economica di un’intera famiglia.

Il primo pensiero di ognuno di noi – racconta l’associazione “Gaet@t”- è stato, dal principio, la necessità che il nostro apparato sanitario rimanesse sempre in grado di garantire i ricoveri, sia in terapia intensiva che non, a chiunque ne avesse bisogno, offrendo la migliore assistenza possibile. A tal proposito non possiamo che rendere omaggio a tutto il nostro eroico personale sanitario.”

Ora, però, la preoccupazione più imminente è la salvezza delle proprie attività, che rischiano di soccombere se le autorità competenti non prendono delle contromisure adeguate.

I nostri associati – ha proseguito l’associazione – gestiscono attività che fanno fronte al sostentamento di intere famiglie e il numero di persone coinvolte nella gestione delle nostre piccole e medie aziende aumenta in maniera esponenziale se prendiamo in considerazione i dipendenti e l’indotto.

È ormai palese che, in attesa del vaccino, tutti noi dobbiamo imparare a convivere con il virus, rispettando tutte le direttive che giustamente ci impongono gli organi sanitari. Perché, anche se non impariamo a farlo, le bollette delle utenze egli affitti dei locali continuano a premere sul nostro bilancio, pur senza un effettivo utilizzo degli stessi.

Anche non producendo rifiuti e non potendo disporre degli spazi esterni, prima o poi – proseguono da Gaet@t – dovremo pagare tasse per servizi che non abbiamo utilizzato e a poco serve il rinvio dei pagamenti, come gli appuntamenti con il fisco, perché, prima o poi, dovremo comunque farvi fronte.”

Ma allora, le iniziative delle politica? Non sono sufficienti? Da Gaet@t spiegano: “Ad oggi la politica ci da la possibilità di indebitarci, ma non possiamo vivere di un prestito continuo. Purtroppo, non vediamo una progettualità che organizzi la ripresa del tessuto socioeconomico, non si parla di tamponi o di test sierologici che possano garantire, anche se per un periodo di tempo limitato, il cosiddetto patentino d’immunità.

Al momento, quindi, non abbiamo nulla che ci dia qualche speranza di riavviare il nostro lavoro, la nostra unica fonte di sussistenza. Siamo costretti dietro quattro mura domestiche, inermi e sconfortati, senza neppure riuscire a vedere un po’ di luce in questa drammatica situazione sanitaria ma anche economica,
senza aver modo neanche di organizzare il nostro lavoro, nemmeno per un prossimo futuro.

È quanto mai urgente – concludono –  far ripartire l’economia, anche se in modo graduale, con il rispetto delle regole e delle necessarie precauzioni igienico sanitarie. Prima che sia troppo tardi.”

In foto: una veduta di Gaeta

(Il Faro on line)