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Calcio e Ripartenza, trattativa aperta tra Federcalcio e Governo

20 aprile 2020 | 14:27
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Calcio e Ripartenza, trattativa aperta tra Federcalcio e Governo

In attesa del riscontro del Ministero della Salute e dello Sport, il calcio si spacca. Giocare oppure no? Le tv premono e le serie minori aspettano contagi zero

Roma – il ritorno in campo della Serie A ruota intorno al protocollo sanitario presentato al Governo dalla Federcalcio (leggi qui). In queste ore, la discussione probabilmente è destinata ad ampliarsi tra le due parti.

Mentre il calcio è in attesa della decisione definitiva del Governo e alcune società, tra cui il Torino, preferirebbero ripartire in una stagione sportiva nuova, domani si svolgerà un’assemblea di Lega tra i protagonisti del calcio. Sono 200 milioni i soldi richiesti per poter mettere in sicurezza i vari centri sportivi, indicati come host temporanei delle squadre nel protocollo medico. E’ spaccato allora il mondo del pallone.

Ci sono squadre che vogliono fermarsi in questo momento e squadre che vogliono giocare. Anche nelle serie minori. La Serie B, la Serie C e la Lega Nazionale Dilettanti attendono la curva di flessione dei contagi. Al momento, come indica Radio Radio, solamente la Serie A possiederebbe quelle certezze adeguate per ripartire.

Intanto arrivano ad incutere dubbi e incertezze, le parole del Ministro della Salute: “Sono un appassionato di calcio ma con più di 400 morti al giorno è l’ultimo problemasottolinea Speranza, come riportato dall’Ansa – viene prima la vita delle persone“.

Ieri sera a Che Tempo che Fa, il presidente della Figc Gravina ha espresso il suo pensiero sulla necessità di tornare in campo: “Fermarsi oggi sarebbe un disastro. Se il calcio non riparte ci sarebbe un pesante impatto negativo, sul settore ma anche sul Paese, visto che movimentiamo circa cinque miliardi”.

Potrebbe essere possibile riaprire le danze in Serie A a giugno? Gravina aggiunge: “Non ho mai preso in considerazione l’idea di fermarci, non posso prendermi questa responsabilità. che lascio al Governo. Non posso essere il becchino del calcio italiano”. Riguardo i rischi sanitari, la massima figura del calcio italiano ha dichiarato: “E’ stato preparato un protocollo che andrà validato, che garantisce la negatività di un gruppo chiuso, non vedo quindi questo tipo di preoccupazione”.

(Il Faro on line)