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I medici ambulatoriali alla Asl Roma 3: “Riavviare le visite specialistiche, anche in teleconsulto”

Il segretario del Sumai, sindacato dei medici ambulatoriali, scrive ai vertici della Asl Roma 3: “Disponibili anche al consulto telefonico per dare risposta assistenziale ai pazienti”

Ostia – I medici ambulatoriali chiedono alla Asl Roma 3, competente dei servizi sanitari del X Municipio e del Comune di Fiumicino, oltre che di altri due municipi romani, riapra le agende per le prenotazioni delle visite specialistiche. E ricorda di non aver ricevuto risposta rispetto alla disponibilità della categoria di lavorare anche attraverso consulto telefonico.

Ha i toni ultimativi la nota inviata ai vertici della Asl Roma 3 da Antonio Magi, segretario regionale del Sumai Assoprof nonché presidente dell’Ordine dei Medici. Nella nota Magi, sottolineata la “gravità dei provvedimenti riguardanti le modalità di riorganizzazione dei servizi assistenziali della specialistica ambulatoriale“, denuncia “la chiusura delle agende nominative specialistiche su tutto il territorio di competenza”. Circostanza che per il segretario del Sumai significa “violare la legge”.

Il tema è estremamente delicato e riguarda la specialistica, ambito di competenza che raramente riesce ad essere soddisfatto dalle prestazioni del medico di famiglia e che trova un limite nella chiusura delle visite al poliambulatorio di via Federico Paolini, in quello di Casal Bernocchi e alla Casa della Salute oltre che presso l’ospedale Grassi. Il pensiero corre alle patologie più serie e ai malati cronici, ai quali manca ogni punto di riferimento nella sanità pubblica. Senza dimenticare, però, che si è vissuta anche sul litorale romano la gravissima emergenza della pandemia di coronavirus che ha visto la trasformazione dell’ospedale in covid-19 spoke. 

Nel suo documento, Magi ricorda anche che nella precedente corrispondenza il Sumai Assoprof “aveva cercato di offrire tutto il supporto per il sostegno dei processi assistenziali in emergenza Covid-19”. A tal proposito l’amministrazione regionale “ha disciplinato come, su base volontaria, durante l’orario di servizio e per il solo periodo emergenziale, gli specialisti possano collaborare  a) nei servizi di igiene e sanità pubblica b) valutazione telefonica delle prestazioni sospese”. Proposte di attività che non sono state accolte dalla Asl Roma 3.

Inoltre, insiste Magi, il contratto nazionale di assistenza “ha introdotto la possibilità per la specialistica di svolgere le prestazioni in modalità smart working in teleconsulto e/o telemedicina per le quali è tuttora attuale la disponibilità di questa organizzazione sindacale a veder coinvolti i propri iscritti”.