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Covid-19, allo studio la Fase 2: riavvio delle attività il 4 maggio con eccezioni dal 27 aprile

22 aprile 2020 | 16:06
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Nel governo però c’è chi nutre diversi dubbi, riconoscendo le difficoltà nell’individuare chi sia realmente pronto a ripartire

Roma – La fase due, che segnerà l’inizio della fine del lockdown, partirà dal 4 maggio, ma sul tavolo del governo, a quanto si apprende, c’è anche l’ipotesi di rimettere in carreggiata le attività produttive che sono in grado di garantire la massima sicurezza ai propri dipendenti già a partire dal prossimo 27 aprile.

Non si tratterebbe, dunque, solo di estendere la cosiddetta lista Ateco in capo al ministero dello Sviluppo economico, “ma consentire a chi è nelle condizioni di farlo” di riaprire i battenti, l’idea che sarebbe stata avanzata, riferiscono fonti di governo, da Vittorio Colao nel corso della conference call ‘allargata’ di questa mattina con la regia di Palazzo Chigi. “Ogni valutazione dovrà essere affrontata con le parti sociali, per il momento si tratta di una possibilità”, chiarisce la stessa fonte all’Adnkronos.

Nel governo però c’è chi nutre diversi dubbi, riconoscendo le difficoltà nell’individuare chi sia realmente pronto a ripartire: “È un gran casino”, riconosce uno dei ministri presenti alla riunione. Perché oltre a individuare i requisiti necessari – dagli spazi nei reparti, ad esempio, ai dispositivi di protezione individuale – c’è da considerare il braccio di ferro con i sindacati che una decisione di questo tipo potrebbe innescare.

Quelle sul tavolo sono solo ipotesi – afferma infatti la stessa fonte – al momento di certezze non ce ne sono”. Intanto, sullo sfondo, resta il grande problema legato alle scuole chiuse. A chi lasceranno i propri figli i 2,8 milioni di lavoratori che dal 4 maggio torneranno ai loro posti di lavoro? Questo uno degli interrogativi a cui il governo dovrà dare una risposta.

Conte alle parti sociali: riapertura il 4 maggio in sicurezza

Il lockdown non si può protrarre, dobbiamo riprendere le attività purché in sicurezza perché non si può aprire in modo indiscriminato. E’ questa la filosofia che secondo fonti presenti all’incontro il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ha esposto alle parti sociali nel corso della conference call.

Dal 4 maggio, dunque, avrebbe articolato il premier, “manifattura, costruzioni, servizi alle persone e alcune attività commerciali potrebbero riprendere l’attività nel rispetto del protocollo sicurezza a suo tempo sottoscritto che resta la nostra bussola”.

(fonte Adnkronos)