Udienza Generale |
Papa & Vaticano
/

Earth day, Papa Francesco: “Abbiamo fallito come custodi del pianeta”

22 aprile 2020 | 15:49
Share0
Earth day, Papa Francesco: “Abbiamo fallito come custodi del pianeta”

Il Pontefice: “A causa dell’egoismo siamo venuti meno alla nostra responsabilità di custodi e amministratori della terra”

di FABIO BERETTA

Città del Vaticano – “Nel celebrare oggi la Giornata Mondiale della Terra, siamo chiamati a ritrovare il senso del sacro rispetto per la terra, perché essa non è soltanto casa nostra, ma anche casa di Dio”. E’ l’auspicio di Papa Francesco, che incentra la catechesi dell’Udienza Generale di oggi proprio sulla cura del creato, uno dei temi più ricorrenti del suo pontificato.

L’Erth Day, per il Papa, “è un’opportunità per rinnovare il nostro impegno ad amare la nostra casa comune e prenderci cura di essa e dei membri più deboli della nostra famiglia. Come la tragica pandemia di coronavirus ci sta dimostrando, soltanto insieme e facendoci carico dei più fragili possiamo vincere le sfide globali”.

La riflessione del Santo Padre è incentrata sulla “responsabilità che caratterizza il ‘nostro passaggio su questa terra’. Dobbiamo crescere nella coscienza della cura della casa comune”. “Siamo fatti di materia terrestre – ricorda il Papa -, ma portiamo in noi anche il soffio vitale che viene da Dio (cfr Gen 2,4-7)”. Dunque viviamo “nella casa comune come un’unica famiglia umana e nella biodiversità con le altre creature di Dio”.

E proprio perché siamo “immagine di Dio, siamo chiamati ad avere cura e rispetto per tutte le creature e a nutrire amore e compassione per i nostri fratelli e sorelle, specialmente i più deboli, a imitazione dell’amore di Dio per noi, manifestato nel suo Figlio Gesù, che si è fatto uomo per condividere con noi questa situazione e salvarci”.

Un pianeta depredato

“A causa dell’egoismo – sostiene il Papa – siamo venuti meno alla nostra responsabilità di custodi e amministratori della terra. L’abbiamo inquinata, l’abbiamo depredata, mettendo in pericolo la nostra stessa vita. Per questo, si sono formati vari movimenti internazionali e locali per risvegliare le coscienze”. Francesco apprezza tutte queste iniziative e promuove i movimenti giovanili e gli scioperi per il clima: “Sarà ancora necessario che i nostri figli scendano in strada per insegnarci ciò che è ovvio, vale a dire che non c’è futuro per noi se distruggiamo l’ambiente che ci sostiene”.

“Abbiamo mancato nel custodire la terra – aggiunge Bergoglio – e nel custodire i nostri fratelli. Abbiamo peccato contro la terra, contro il nostro prossimo e, in definitiva, contro il Creatore”.

Il Papa ricorda quindi un detto spagnolo, che aveva già citato nel suo intervento alla Fao di Roma nel novembre del 2014: “Dio perdona sempre; noi uomini perdoniamo alcune volte sì alcune volte no; la terra non perdona mai”. “La terra non perdona: se noi abbiamo deteriorato la terra, la risposta sarà molto brutta”, sottolinea.

Una conversione ecologica

Ma come possiamo ripristinare un rapporto armonioso con la terra e il resto dell’umanità? Secondo Bergoglio, “abbiamo bisogno di un modo nuovo di guardare la nostra casa comune”. E ammonisce: “Intendiamoci: essa non è un deposito di risorse da sfruttare. Il racconto biblico della creazione si conclude così: ‘Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona’ (Gen 1,31). Quando vediamo queste tragedie naturali che sono la risposta della terra al nostro maltrattamento, io penso: ‘Se io chiedo adesso al Signore cosa ne pensa, non credo che mi dica che è una cosa molto buona’. Siamo stati noi a rovinare l’opera del Signore!”.

Nel celebrare oggi la Giornata Mondiale della Terra, siamo chiamati a ritrovare il senso del sacro rispetto per la terra, perché essa non è soltanto casa nostra, ma anche casa di Dio. Da ciò scaturisce in noi la consapevolezza di stare su una terra sacra!

Allo stesso tempo, “abbiamo bisogno di una conversione ecologica che si esprima in azioni concrete. Come famiglia unica e interdipendente, necessitiamo di un piano condiviso per scongiurare le minacce contro la nostra casa comune”, aggiunge Francesco. Quindi, un pensiero per i Capi di Stato: “Esorto quanti hanno autorità a guidare il processo che condurrà a due importanti Conferenze internazionali: la COP15 sulla Biodiversità a Kunming (Cina) e la COP26 sui Cambiamenti Climatici a Glasgow (Regno Unito). Questi due incontri sono importantissimi”.

Un movimento popolare “dal basso”

Infine, Francesco incoraggia tutti “a organizzare interventi concertati anche a livello nazionale e locale. È bene convergere insieme da ogni condizione sociale e dare vita anche a un movimento popolare ‘dal basso’. La stessa Giornata Mondiale della Terra, che celebriamo oggi, è nata proprio così. Ciascuno di noi può dare il proprio piccolo contributo”.

“In questo tempo pasquale di rinnovamento, impegniamoci ad amare e apprezzare il magnifico dono della terra, nostra casa comune, e a prenderci cura di tutti i membri della famiglia umana”, conclude il Papa.

(Il Faro online) – Foto © Vatican Media