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Comitati per il mare libero: estate 2020, “eliminare le strutture superflue negli stabilimenti”

23 aprile 2020 | 16:40
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Comitati per il mare libero: estate 2020, “eliminare le strutture superflue negli stabilimenti”

Per i comitati vanno ricavate spiagge libere negli stabilimenti e i concessionari devono farsi carico di igienizzazione e vigilanza. Criticità negli arenili pubblici

Roma – Aprire le spiagge per la stagione balneare 2020 ovvero al tempo del coronavirus, è possibile. Ma vanno assunte iniziative stringenti, sia contro i concessionari degli stabilimenti che da parte della pubblica amministrazione che gestisce le spiagge libere. Personale dedicato e sanificazione costante negli stabilimenti, controllori severi e attività vietate sulle spiagge libere.

E’ questa la forma indicata dai comitati “Mare x tutti” e “Mare libero” che hanno stilato il decalogo della associazioni interessate ad una frequentazione balneare aperta e popolare. Fatta una lunga premessa sul grado di sfruttamento e alterazione dell’ecosistema costiero, il comitato le proprie valutazioni “sull’aspetto che ci sta maggiormente a cuore in quanto materia della nostra azione quotidiana, ovvero la possibilità per questa estate di fruire, in libertà ma anche in sicurezza, delle spiagge e del mare”.

Sottolineato che “le spiagge, beni collettivi, devono essere fruibili, liberi, gratuiti e accessibili a tutti, in particolare alle persone con disabilità e a coloro che questa emergenza ha messo in forte difficoltà economica” viene chiesto che “tutte le società concessionarie dovranno fornire all’amministrazione dati verificabili sui rapporti di lavoro instaurati e sull’ammontare del fatturato relativamente all’ultima stagione”.

Riguardo alla necessità di limitare il rischio della ripresa dei contagi “per le spiagge situate in aree urbanizzate si evidenzia la necessità di sopperire ad un’affluenza straordinaria delle persone determinata dall’ipotesi di un turismo di prossimità o regionale, quale conseguenza della verosimile probabilità che non saranno programmabili spostamenti verso diverse località turistiche”. Negli stabilimenti “si rappresenta l’esigenza di garantire l’accesso al pubblico e, al contempo, di sanificare le strutture (lettini, ombrelloni e servizi igienici) utilizzate”. “Per i servizi igienici è importante prevedere del personale preposto alla pulizia e alla vigilanza”. Inoltre “negli stabilimenti balneari è necessario predisporre il divieto di accesso alle cabine, agli spogliatoi, alle docce e, infine, alle aree adibite al gioco e allo sport, al fine di garantire il distanziamento sociale e di limitare al massimo le occasioni di contagio”.

Il comitato chiede che i concessionari si facciano carico di una riduzione delle loro strutture per farne spiagge libere: “per garantire l’accesso e la fruizione delle spiagge da parte di tutti i cittadini, e rilevato che la superficie delle sole spiagge libere non sarà sufficiente, tenuto conto della necessità di garantire il minimo distanziamento sociale, si prospetta la sospensione della esclusività della concessione demaniale marittima per uso turistico-ricreativo, e l’uso dello spazio in concessione, in tutto o in parte, per la libera fruibilità pubblica”.

Sempre a carico dei concessionari “al medesimo scopo, si ritiene necessario rimuovere le strutture amovibili autorizzate nelle aree in concessione non indispensabili all’offerta dei servizi minimi di balneazione al fine di liberare porzioni di arenile”. Per quanto concerne le spiagge libere “occorre eliminare le barriere architettoniche e prevedere delle passerelle ecocompatibili, dei percorsi di transito più ampi, delle piazzole ampie con ombrelloni e lettini, dei servizi igienici dedicati, degli ausili che consentano gli spostamenti (ad esempio le sedie Job o i sollevatori per i movimenti dalla sedia a rotelle al lettino) e del personale di assistenza qualificato al fine di garantire l’accesso al mare e il transito in spiaggia”. Chi controllerà? Semplice: “la vigilanza degli arenili potrà essere garantita dalle forze dell’ordine”.

Ma non solo: “a livello comunale, si propone, previa opportuna formazione, di avviare dei protocolli di intesa con le associazioni di volontariato e/o di elaborare dei progetti per l’impiego dei percettori del reddito di cittadinanza“.

Ovviamente non tutto sarà possibile sulle spiagge, secondo i Comitati marinari. “Si evidenziano alcune criticità, rispetto alle quali sarà necessario adottare specifiche misure: 1. la gestione”dei bambini in spiaggia; 2. le modalità di accesso alle aree comuni adibite alla ristorazione; 3. le attività ricreative in acqua e sulla battigia, quali ad esempio racchettoni e pallavolo; 4. la distanza da garantire sul bagnasciuga e tra gli spostamenti tra battigia e ombrellone”.